LA CHIMERA

Alice Rohrwacher

Scen.: Alice Rohrwacher. F.: Hélène Louvart. M.: Nelly Quettier. Scgf.: Emita Frigato. Int.: Josh O’Connor (Arthur), Carol Duarte (Italia), Vincenzo Nemolato (Pirro), Lou Roy Lecollinet (Melodie), Giuliano Mantovani (Jerry), Gian Piero Capretto (Mario), Melchiorre Pala (Melchiorre), Ramona Fiorini (Fabiana). Prod.: Carlo Cresto-Dina per Tempesta, Rai Cinema, Ad Vitam Production, Amka Films Productions, RSI Radiotelevisione Svizzzera, Arte France Cinéma. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Arthur, un inglese nullafacente da poco uscito di prigione, torna in una cittadina rurale della Toscana alla ricerca di reliquie etrusche e del suo amore perduto. Ambientato nella Toscana degli anni Ottanta (mirabilmente fotografata da Hélène Louvart), interpretato da Josh O’Connor (il principe Carlo in due stagioni di The Crown) e impreziosito dalla presenza di Isabella Rossellini, Carol Duarte e Alba Rohrwacher, il nuovo film di Alice Rohrwacher è una discesa onirica sospesa tra il mondo della veglia e quello del sonno, eternamente in bilico tra antico e moderno. “Abbiamo lavorato con tre formati di pellicola: il 35mm che si presta all’affresco, all’iconografia, alla grande pagina illustrata che interrompeva i libri di fiabe, il super16mm che ha una densità narrativa e una capacità sintetica senza pari, e che come una scrittura magica riesce a farci entrare direttamente nel cuore dell’azione, e il 16mm rubato da una piccola cinepresa amatoriale, come fossero degli appunti a matita sul bordo di un libro. Nel racconto ho provato a intrecciare dei fili molto lontani tra di loro, come in un arazzo d’oriente. Ho provato a giocare con la materia del film, rallentando, accelerando, cantando, dichiarando e ascoltando. Perché la cosa più importante è, come dentro un caleidoscopio, riuscire a rintracciare nella storia di un uomo la storia degli uomini, e ritrovarci tutti insieme attorno ad un film a chiederci che cosa disgraziata e buffa, che cosa commovente e violenta sia l’umanità” (Alice Rohrwacher).