Sab
22/06
Cinema Modernissimo > 22:00
PEEPING TOM
Alison Arber (Studiocanal UK)
(In caso di pioggia, la proiezione sarà annullata)
Info sullaProiezione
Sottotitoli
Versione originale con sottotitoli
Modalità di ingresso
PEEPING TOM
Scheda Film
Ho sempre pensato che Peeping Tom e 8½ di Fellini siano i due grandi film sulla filosofia e il pericolo del fare cinema.
Martin Scorsese
Peeping Tom faceva parte di una serie di film horror a basso costo finanziati dalla Anglo-Amalgamated sulla scia del successo ottenuto dalla Hammer con i suoi Quatermass, Frankenstein e Dracula usciti tra il 1957 e il 1960. Questi avevano già scatenato le proteste dei custodi della moralità pubblica che tendevano a collegarli alla minaccia dei fumetti horror americani e del rock and roll, lamentando la scomparsa della cultura popolare inglese tradizionale. […]
Pare che Powell fosse sinceramente spiazzato dall’accoglienza riservata a Peeping Tom. Probabilmente pensava che l’umorismo del film e la scelta di evitare eccessi pruriginosi potessero distrarre il pubblico dalla premessa profondamente scioccante o addirittura giustificarla. I molti riferimenti e la vena umoristica del film passarono però inosservati nella tempesta di indignazione che esso scatenò, con accuse di atteggiamenti “malsani”, “morbosi” e “perversi” che accomunarono tutte le recensioni (nelle sezioni “Arte e spettacolo”, ovviamente; i commenti della stampa specializzata furono quasi uniformemente favorevoli).
Gran parte delle reazioni scandalizzate va indubbiamente attribuita alla disturbante verosimiglianza del film. A differenza dei suoi immediati predecessori nel ciclo della Anglo-Amalgamated, Horrors of the Black Museum e Circus of Horrors, Peeping Tom è ambientato in luoghi riconoscibili della Londra contemporanea.
Il giornalaio che paga Mark perché realizzi “foto artistiche” destinate a clienti rispettabili come Miles Malleson è il volto accettabile di una vasta e inconfessabile industria che soddisfa la ‘scopofilia’, perversione della nostra società. In modo analogo Powell infranse le regole non scritte quando scelse l’affascinante e mite Carl Boehm (figlio del celebre direttore d’orchestra Karl Boehm) per il ruolo di Mark, il timido psicopatico che alterna il lavoro di assistente operatore in uno studio cinematografico alla perversa passione extracurriculare che consiste nel filmare la mortale paura delle sue vittime. Il legame tra ‘cinema normale’, spietatamente beffeggiato nelle scene in cui Mark lavora a un thriller di routine, The Walls Are Closing In, e il suo ‘cinema segreto’ diventa sin troppo evidente: davanti allo schermo siamo tutti voyeur.
Ian Christie, Michael Powell & Emeric Pressburger: Arrows of Desire, Festival Internacional de Cine de San Sebastián/Filmoteca Española, San Sebastián-Madrid 2002
Cast and Credits
Sog., Scen.: Leo Marks. F.: Otto Heller. M.: Noreen Ackland. Scgf.: Arthur Lawson. Mus.: Brian Easdale. Int.: Carl Boehm (Mark Lewis), Moira Shearer (Vivian), Anna Massey (Helen Stephens), Maxine Audley (signora Stephens), Brenda Bruce (Dora), Esmond Knight (Arthur Baden), Martin Miller (dottor Rosan), Michael Goodliffe (Don Jarvis), Jack Watson (ispettore Gregg), Shirley Ann Field (Diane Ashley). Prod.: Michael Powell per Michael Powell (Theatre) Ltd. DCP. D.: 101’.
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