TOBOR THE GREAT
Sog.: Carl Dudley. Scen.: Philip MacDonald. F.: John L. Russell. M.: Basil Wrangell. Scgf.: Gabriel Scognamillo. Mus.: Howard Jackson. Int.: Charles Drake (Ralph Harrison), Karin Booth (Janice Roberts), Billy Chapin (Brian Roberts), Taylor Holmes (professor Nordstrom), Steven Geray (spia straniera), Henry Kulky (Paul), Franz Roehn (Karl), Hal Baylor (Max), Alan Reynolds (Gilligan), Peter Brocco (dottor Gustav). Prod.: Richard Goldstone per Republic Pictures Corp., Dudley Pictures Corp. DCP. D.: 77’. Bn.
Scheda Film
I robot sono diventati una faccenda diabolicamente complicata. E non mi riferisco all’aspetto tecnologico, per me insondabile. Nati come manodopera ossequiante utile anche per compiacerci del nostro superiore genio inventivo, si sono progressivamente evoluti in un dilemma etico e morale sempre più torbido. Ora sembra che il compito primario del robot sia quello di farci il quarto grado: sul senso dell’identità umana, sui confini tra naturale e innaturale, sulla definizione di coscienza, sulla superfluità della specie, sulle grandezze e le miserie del progresso tecnologico, sulle derive contorte degli atti di creazione, sulle dinamiche tra schiavo e padrone. Per dirne solo una manciata.
Tobor (provate a leggerlo al contrario), tra gli automi più popolari dello schermo fino allo sbarco sul Pianeta proibito, oggi potremmo etichettarlo con magnanimità tra i modelli di vetusta generazione, condannato (come tutti) dalla rapida obsolescenza che colpisce i prodotti sul mercato delle cosiddette intelligenze artificiali. Eppure, questo “simulacro elettronico di uomo” (così nell’edizione italiana) lascia intuire potenzialità eccitanti, per quanto solo accennate. Può ad esempio sfuggire al controllo e tentare di stritolare un bambino, se lo si manovra con imperizia. Alle prese con una pioggia di meteoriti simulata su un monitor, rimane vittima di uno shock che ne scatena l’aggressività (per risolvere il problema occorre abbassargli l’antenna e spostare l’interruttore sull’off). In virtù del suo “istinto di conservazione sintetico”, è anche in grado di manifestare qualcosa di simile all’affettività paterna. Sono tracce che iniziano a sgretolare la fredda funzionalità della macchina, fantasmi di nevrosi che suggeriscono una personalità in nuce.
Ne tradiremmo lo spirito, però, se non ne apprezzassimo prima di tutto il valore da meraviglioso giocattolone. Anche oggi, per quanto sul mercato dell’antiquariato di lusso. Roba per bambini? Certo. Di tutte le età.
Andrea Meneghelli
Proiezioni
Restaurato in 4K nel 2023 da Paramount Pictures presso il laboratorio Visual Data Media Services a partire da un composito fine grain 35mm e un duplicato negativo composito 35mm. Restauro sonoro effettuato a partire da un composito fine grain 35mm con traccia audio a densità variabile