Dom

25/06

Cinema Jolly > 18:15

KURUTTA ICHIPEIJI / Oni azami

Teinosuke Kinugasa
Introduce

Mika Tomita (National Film Archive of Japan)

Accompagnamento al piano di

Gabriel Thibaudeau e al violino di Silvia Mandolini

Info sulla
Proiezione

Domenica 25/06/2023
18:15

Sottotitoli

Versione originale con sottotitoli

Modalità di ingresso

Tariffe del Festival

KURUTTA ICHIPEIJI

Scheda Film

Il film più celebre di Kinugasa è un classico dell’avanguardia che segnò un’eccezione nella carriera del regista, che aveva già diretto più di trenta film narrativi commerciali, oggi quasi tutti perduti. Lo stesso Kurutta ichipeiji  è sopravvissuto per caso; Kinugasa ne riscoprì la copia 35mm originale nel 1971 nel suo deposito. Da allora il film è stato visto soltanto in copie in bianco e nero. Questo restauro ricrea l’imbibizione blu della versione originale.
Nella sua autobiografia Kinugasa scrisse che Kurutta ichipeiji fu girato per soddisfare “il forte impulso a creare per una volta il tipo di film che volevo io, libero da ogni controllo”. Prodotto in autonomia, seppure con un sostegno finanziario della Shochiku che concesse anche l’utilizzo del suo teatro di posa a Kyoto, Kurutta ichipeiji si basava su un soggetto dell’acclamato romanziere Yasunari Kawabata (1899-1972), che nel 1968 avrebbe vinto il premio Nobel per la letteratura. Nel 1926 Kawabata era un talento emergente; esordì con il racconto La danzatrice di Izu (Izu no odoriko), uscito a puntate quello stesso anno. La storia di Kurutta ichipeiji, in cui un uomo tormentato dai sensi di colpa accetta di lavorare come inserviente in un manicomio per stare vicino alla moglie impazzita, fu il frutto della sua collaborazione con un team di sceneggiatori.
Nel contesto di un cinema giapponese ancora sostanzialmente votato alla linearità narrativa e alle forme popolari, Kurutta ichipeiji era un’opera rivoluzionaria. Analogamente a Kammerspiel tedeschi come Scherben (1921) e Sylvester (1923) di Lupu Pick e L’ultima risata (1924) di F.W. Murnau, rinunciava alle didascalie affidando la narrazione esclusivamente alle immagini. Più radicalmente di quei precursori, le cui trame erano relativamente semplici e lineari, optava per un approccio profondamente ambiguo, al limite della leggibilità. A proposito del film, Aaron Gerow parla di uno “sdoppiamento di passato e presente, realtà e illusione” che spesso rende complicato per lo spettatore distinguere tra elementi soggettivi e oggettivi.
Kurutta ichipeiji fu acclamato come pietra miliare del cinema giapponese. Il recensore di “Kinema Junpo” Akira Iwasaki lo definì “il primo film nato in Giappone ad avere le caratteristiche di un vero film” ed elogiò una bellezza che “non è né teatrale, né romanzesca; è bellezza cinematografica”. Junichiro Tanaka, sul quotidiano “Hochi Shinbun”, lo proclamò la “guida più autorevole per viaggiare verso l’essenza futura del cinema”.

Alexander Jacoby e Johan Nordström

L’obiettivo di questo restauro è stato quello di ricostruire la copia nitrato 35mm originale (imbibizione blu, 1617 metri) di Kurutta ichipeiji che Teinosuke Kinugasa rinvenne nel deposito di casa sua, a Kyoto, nel 1971. La versione sonora (1609 metri) che fu successivamente prodotta con la supervisione di Kinugasa non solo alterò la frequenza dei fotogrammi ma rimosse la colorazione blu. Entrambe sono state ripristinate, insieme a una parte mancante dei titoli di testa e alla porzione di immagine persa a causa della colonna suono.
Il restauro si è basato su due elementi: (1) un internegativo in bianco e nero creato quando fu ritrovata la copia nitrato, utilizzato per la porzione principale del film, e (2) un internegativo in bianco e nero ricavato nel 2002 dalla copia nitrato, utilizzato per ripristinare i titoli di testa tagliati dall’internegativo originale. La nuova copia  ottenuta a partire da questi elementi è stata poi imbibita, e questa è stata la fase più impegnativa.   L’azzurro   dell’originale è stato ricreato avendo come punto di riferimento la colorazione dei margini della copia nitrato.

Alo Jõekalda

Cast and Credits

Sog.: Yasunari Kawabata. Scen.: Yasunari Kawabata, Teinosuke Kinugasa, Minoru Inuzuka, Banko Sawada. F.: Kohei Sugiyama. Scgf.: Chiyo Ozaki, Kasaku Hayashi. Int.: Masao Inoue (inserviente), Yoshie Nakagawa (sua moglie), Ayako Iijima (sua figlia), Hiroshi Nemoto (giovane uomo), Misao Seki (dottore), Minoru Takase (primo pazzo), Kyosuke Takamatsu (secondo pazzo), Tsuboi Tetsu (terzo pazzo), Eiko Minami (danzatrice), Shintaro Takiguchi (ragazzo). Prod.: Kinugasa Eiga Renmei. 35mm. L.: 1617 m. D.: 79’ a 18 f/s. Col. (imbibito)

ONI AZAMI

Titolo Internazionale
Demon Thistle
Titolo Italiano
[Il cardo del demonio]
Regia: Teinosuke Kinugasa
Anno: 1927
Paese: Giappone
Durata: 14'
Versione del film

Didascalie serbo-croate

Audio
Muto
Edizione
2023