Tra i film riscoperti di Powell risalenti al periodo delle quote questo è probabilmente il più vicino agli stereotipi del genere. Interpretato da affermati attori di teatro e tratto da una pièce di successo del West End londinese che aveva già ispirato un muto, il film è un classico society drama incentrato su falsi sospetti e un omicidio, qualità che furono riconosciute nelle recensioni positive dell’epoca. All’inizio siamo indotti a credere che Williams, segretario di un potente uomo politico, abbia una relazione con la moglie del suo datore di lavoro, ma il suo movente è invece ben diverso. Quando moglie e segretario si incontrano per la loro presunta scappatella in campagna entrano in azione due attori destinati a diventare volti abituali del cinema di Powell, Googie Withers e John Laurie, con Withers che infonde un sapiente tocco di comicità agli eventi.
Dietro le quinte il film riunì i membri di una famiglia che, prima dell’avvento dei quota quickies commissionati dalle major hollywoodiane, era stata lungamente dedita al cinema britannico di qualità. I Rowson avevano prodotto negli anni Dieci una sfilza di adattamenti letterari, fino a Life Story of David Lloyd George del 1918, che venne misteriosamente ritirato dalla circolazione ed è stato considerato perduto per settantacinque anni. Simon Rowson sarebbe poi diventato uno dei maggiori esperti di politica cinematografica, consulente del governo britannico e produttore occasionale. Suo figlio, il direttore della fotografia Leslie Rowson, negli anni Trenta girò tre film per Powell, dei quali que sto è il più elaborato. Realizzato agli Hammersmith Studios, Her Last Affaire vanta una serie di composizioni di grande effetto e fa buon uso degli elementi architettonici per abbellire la trama. Cosa insolita, ma che contribuì senza dubbio al successo del film, sia la sceneggiatura che il montaggio furono curati dal versatile Ian Dalrymple.

Ian Christie