THE CELLULOID CLOSET

Rob Epstein, Jeffrey Friedman

Sog.: Rob Epstein, Jeffrey Friedman, Sharon Wood da libro The Celluloid Closet: Homosexuality in the Movies (1981) di Vito Russo. Scen.: Armistead Maupin. F.: Nancy Schreiber. M.: Jeffrey Friedman, Arnold Glassman. Scgf.: Scott Chambliss. Mus.: Carter Burwell. Int.: Lily Tomlin (voce narrante), Armisted Maupin, Susie Bright, Gore Vidal, Paul Rudnick, Tom Hanks, Quentin Crisp, Susan Sarandon, John Schlesinger, Harvey Fierstein, Tony Curtis. Prod.: Rob Epstein, Jeffrey Friedman per Telling Pictures. DCP. Bn e Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Rob Epstein e Jeffrey Friedman hanno mostrato l’indispensabilità del cinema indipendente gay quando nel 1995 – festeggiando così a modo loro i cento anni del cinema – produssero e diressero The Celluloid Closet, un film di montaggio ispirato al libro di Vito Russo. Adattato per lo schermo da Armistead Maupin (lo scrittore di Tales of the City, dal quale è stata tratta una fortunata serie televisiva) e con la voce narrante di Lily Tomlin, il film – un raro caso di un’opera ispirata a un saggio – è nato da un desiderio dello stesso Russo, il quale morì di Aids sicuro che esso sarebbe stato portato a termine e avrebbe ripercorso in maniera abbastanza puntuale lo schema del libro. È un eccellente esempio della positività di questo cinema e dell’incrollabile passione di alcuni gay militanti che sono riusciti a trovare, in ogni maniera, un budget di un milione e mezzo di dollari e a visionare migliaia di spezzoni, alcuni dei quali recuperati presso i più disparati archivi cinematografici. Il risultato è straordinariamente suggestivo. […]
Epstein e Friedman rendono palpabile con eleganza ed efficacia il percorso, sviluppato cronologicamente, dell’inarrestabile, progressiva conquista di visibilità (ma non necessariamente di credibilità) dell’omosessualità nel cinema americano. Si va da un frammento di Edison dei primordi (1885), nel quale due uomini ballano dolcemente al suono di un grammofono, fino a film odierni, alcuni dei quali successivi alla scomparsa di Russo (come Priscilla, la regina del deserto, Go Fish o Philadelphia), intervallati da interviste a personaggi celebri (registi, sceneggiatori ed attori, da Quentin Crisp a Susan Sarandon, da John Schlesinger a Harvey Fierstein, da Tony Curtis a Gore Vidal).
Gli spezzoni tratti da 122 film, scelti e montati con particolare cura e sostenuti dalla sontuosa musica di Carter Burwell, danno un tono epico al film, che conforta il taglio magari troppo ottimistico (in sintonia con Russo che ha affermato che in futuro “inevitabilmente i gay saranno accettati e integrati nella società”) ed esalta la forte, edificante carica emotiva del film.

Vincenzo Patanè, postfazione a Vito Russo, Lo schermo velato. L’omosessualità al cinema, Baldini&Castoldi, Milano 1999

 

Copia proveniente da

Restaurato in 4K da Sony Pictures Classics in collaborazione con UCLA Film & Television Archive e Mk2 presso il laboratorio MTI Film, a partire dagli interpositivi originali 35mm