SALTO IN DIE SELIGKEIT

Fritz Schulz

T. alt.: Ein Sonntag im Sommer in Wien. Scen.: Felix Joachimson, Rudolf Bernauer. F.: Viktor Gluck. M.: Paul Falkenberg. Scgf.: Stefan Wessely, Oskar Etwanik. Mus.: Hans May. Int.: Fritz Schulz (Fritz Wiesinger), Olly Gebauer (Anny), Felix Bressart (Kriegel), Rosy Barsony (Ilona), Tibor von Halmay (Karl), Josef Rehberger (Rudy May), Hans Unterkircher (barone Rivali). Prod.: Wien-Film KG Morawsky & Co. DCP. Bn

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Salto in die Seligkeit è un incantevole contributo alla ricca tradizione delle commedie ambientate nei grandi magazzini. Come spazi di commercio e di svago frequentati da persone di diversa estrazione e pieni di ogni tipo di aggeggi all’ultimo grido, forniscono una ricca ambientazione alle storie d’amore e agli scambi d’identità su cui si incentrano molti film dell’esilio in lingua tedesca. Qui un uomo (Fritz Schulz), ingaggiato per indurre clienti creduloni a comprare ciò di cui non hanno bisogno, s’innamora di una fioraia (Olly Gebauer), che purtroppo prende per buone le sue chiacchiere. Seguono complicazioni. Le trovate più spassose, nel frattempo, vengono da due capisaldi del cinema tedesco dell’esilio: Felix Bressart è il peggior addetto alla sicurezza che si possa immaginare, mentre l’ungherese Rosy Barsony, una vera forza della natura, è una ballerina irrefrenabile che consuma un paio di scarpe dopo l’altro. Aggiornando a un contesto contemporaneo il sentimentalismo nostalgico del cosiddetto ‘film viennese’, un tipo di commedia decisamente austriaco solitamente ambientato in un passato idealizzato, Salto in die Seligkeit dipinge la cultura consumistica come una sfera quasi utopica. Tutte le aspirazioni romantiche e materiali – o almeno quelle delle rampanti classi medie – possono essere qui soddisfatte, mentre paiono completamente assenti gli sconvolgimenti politici e sociali dell’epoca. Solo pochi anni dopo, però, quando i nazisti presero il potere in Austria nel 1938, l’attore-regista ebreo Fritz Schulz fu arrestato e deportato a Buchenwald. Grazie all’intervento della sua ex moglie, la star del muto Ágnes Esterházy, fu rilasciato e riuscì a rifugiarsi in Svizzera.

Lukas Foerster

Copia proveniente da