THE GODFATHER
Sog.: dal romanzo omonimo (1969) di Mario Puzo. Scen.: Mario Puzo, Francis Ford Coppola. F.: Gordon Willis. M.: William Reynolds, Peter Zinner. Scgf.: Warren Clymer.Mus.: Nino Rota. Int.: Marlon Brando (Don Vito Corleone), Al Pacino (Michael Corleone), James Caan (Sonny Corleone), Richard Castellano (Clemenza), Robert Duvall (Tom Hagen), SterlingHayden (capitano McCluskey), John Marley (Jack Woltz), Richard Conte (Barzini), Diane Keaton (Kay Adams), Al Lettieri (Sollozzo). Prod.: Albert S. Ruddy per l’Alfran Productions, Inc, Paramount Pictures. DCP. D.: 175’. Col.
Scheda Film
Oggi che The Godfather è incensato come uno dei più grandi successi di pubblico e di critica della moderna Hollywood, è difficile capire le incertezze che circondarono la sua realizzazione. Il romanzo di Mario Puzo era stato da subito un caso editoriale e un adattamento cinematografico sembrava inevitabile, ma il capo produzione della Paramount, Robert Evans, osservò che gli ultimi film di gangster prodotti dagli studios si erano rivelati fallimentari. Ritenne che un rimedio fosse affidare il lavoro a un regista italo-americano, anche se Coppola ebbe qualche iniziale perplessità sul modo in cui il film avrebbe influito sull’immagine della sua comunità. I trascorsi di Coppola, precoce movie brat, non facevano di lui la scelta più ovvia per dirigere un titolo così tradizionale; unica eccezione, la sua rivisitazione, quattro anni prima, del classico musical hollywoodiano Sulle ali dell’arcobaleno. In sostanza le tensioni tra gli studios, il regista e gli attori giocarono a favore del film. Sollecitato ad aumentare la dose di violenza e d’azione, Coppola si orientò verso una resa più cruda ed esplicita dei comportamenti mafiosi, e alla fine – su insistenza di Evans – verso un film più lungo. L’ampio cast portò molti astri nascenti della ‘nuova Hollywood’ degli anni Sessanta nell’orbita del già leggendario Brando, che ne fu rivalorizzato, e di altri volti noti come Richard Conte e il cantante Al Martino. Stranamente, due delle principali scelte creative di Coppola, che oggi paiono indispensabili sia a questo film che al resto della trilogia, furono inizialmente contestate dalla Paramount. Il direttore della fotografia Gordon Willis perfezionò il suo registro d’illuminazione low-key con vaste aree d’ombra, insinuando il seppia nell’equilibrio cromatico e contribuendo a inaugurare quella che potrebbe essere considerata una nuova epoca della fotografia cinematografica. Per quanto riguarda il compositore Nino Rota, che aveva lavorato con i più grandi registi italiani del dopoguerra ma mai per un film americano, con The Godfather ottenne una fama mondiale.
Ian Christie