THE LAST PICTURE SHOW

Peter Bogdanovich

Sog.: dal romanzo omonimo (1966) di Larry McMurtry. Scen.: Larry McMurtry, Peter Bogdanovich. F.: Robert Surtees. M.: Donn Cambern, Peter Bogdanovich. Scgf.: Walter Scott Herndon.Int.: Timothy Bottoms (Sonny Crawford), Jeff Bridges (Duane Jackson), Cybill Shepherd (Jacy Farrow), Ben Johnson (Sam), Cloris Leachman (Ruth Popper), Ellen McRae (Lois Farrow), Eileen Brennan (Genevieve), Clu Gulager (Abilene), Sam Bottoms (Billy), Sharon Taggart (Charlene Duggs). Prod.: Stephen J. Friedman per BBS Productions. DCP. D.: 126’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Un film dolente. Terribilmente triste, senza nessuno squarcio vitale o drammatico che dia un senso, uno scopo, persino un oggetto a questa tristezza. La vita scorre così, in una calma piatta dove, certo, ci si incontra, si fa sesso, ci si lascia o ci si sposa, si invecchia o si muore giovani, ma sempre come sotto vuoto, tra le case e le ville più o meno benestanti di una small town americana attraversata da una strada ventosa che porta altrove, ma che ben difficilmente verrà percorsa da uno dei suoi abitanti per andarsene davvero. […] Un grande film, che impone un’estetica rigorosa e un’etica amarissima che poi furono raramente eguagliate, anche dal loro stesso artefice […]. Un film sull’oggi che prende spunto dal passato. Un film del passato che si rivolge a oggi (in entrambi i casi, “oggi” sta per i 70’s). Non a caso è ambientato, per così dire, ‘a mezza strada’, nel 1951, vent’anni prima della sua uscita e sul tramonto della grande stagione del western classico. E infatti l’ultimo film proiettato nel cinema che poi chiuderà per sempre è Il fiume rosso (1948) di Howard Hawks, […]
Cinema della nostalgia? Non nel senso (spesso sterile) che si diede ad altri film dell’epoca (anche del medesimo autore). Come ha scritto Franco La Polla in Il nuovo cinema americano 1967-1976, Bogdanovich attraverso il suo iperrealismo “ricrea la realtà; la ripropone in una dimensione che non ne nega la sostanza di falsificazione, ma la evidenzia in quanto tale. Il cinema di Bogdanovich, in The Last Picture Show, non è più fiction, non è più tentativo di mettere insieme i pezzi di una realtà fittizia, ma ripensamento dei dati di quella falsa realtà attraverso il loro reimpiego in termini di consapevolezza della loro natura di falsificazione. The Last Picture Show è probabilmente l’unico film americano contemporaneo, tra quelli ‘regolari’, in cui la componente iperrealista raggiunge un suo completo statuto di teoria”. Perciò, quello che di primo acchito può apparire nostalgico e rassicurante si rivela uno straziante percorso nella falsificazione immaginaria, ‘mitologica’, operata dal cinema classico, e nella realtà inane, deprimente che (allora come ora) sottendeva questa rappresentazione. Per questo The Last Picture Show è così triste, perché il mito (pur tanto amato) rivela le sue basi fragili e volatili, siano esse fatte di celluloide o della stoffa dei sogni e dei ricordi.

Emanuela Martini, Shall We Gather at the River? Tra il West e il nulla: L’ultimo spettacolo, “Cineforum. Nuova serie”, n. 5, marzo 2022

 

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Copia proveniente da

Per concessione di Park Circus. Restaurato in 4K nel 2022 da Sony Pictures Entertainment presso il laboratorio Cineric, a partire dall’originale negativo 35mm. Grading completato presso il laboratorio Roundabout Entertainment. Restauro sonoro a cura di Deluxe Audio Services