THE ENCHANTED CITY

Warren A. Newcombe

F.: Roy Foster. Prod.: Warren A. Newcombe, E.W. Hammons. 35mm. L.: 241 m. 19 f/s. Bn

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

“Il madrigale dei mari d’estate, In armonia con dolci prove; E sogni, vestiti di una brezza crepuscolare,

– Il pegno d’amore, universale”. La prima didascalia dispone già al tono inebriato di questa storia romantica, ‘incantata’, in cui un uomo contempla il mare in compagnia dell’amata e le racconta il sogno che ha fatto. Il sogno è rappresentato con una serie di dipinti raffiguranti scene fantastiche e altamente simboliche. Nel numero del 18 febbraio 1922 di “Moving Picture World”, The Enchanted City fu descritto da Fritz Tidden come “Una novità artistica di grande valore, che stabilisce un nuovo termine di paragone per le pellicole cinematografiche”. Le parole di elogio per l’originalità di questo film trovano spiegazione nell’impiego di una nuova tecnica che unisce scene dal vivo e pittura. Warren A. Newcombe, che aveva studiato belle arti e incisione, entrò nella produzione cinematografica come pittore. Girò solo due cortometraggi, ma ebbe successo nel settore del matte painting e degli effetti speciali. Lavorò con D.W. Griffith e per la MGM, tra gli altri, e divenne famoso per una tecnica di sua invenzione che fondeva armoniosamente scene dal vivo e matte painting.

Janneke van Dalen

Copia proveniente da