HARLEM

Carmine Gallone

T. alt.: Knock-out! Sog.: dall’omonima novella di Giuseppe Achille. Scen.: Sergio Amidei, Emilio Cecchi, Angelo Guidi, Pietro Petroselli, Giacomo Debenedetti, Paolo Monelli, Pietro Carbonelli. F.: Anchise Brizzi. M.: Maria Rosada, Nicolò Lazzari, Renzo Lucidi. Scgf.: Guido Fiorini, Ferdinando Ruffo. Mus.: Willy Ferrero.

Int.: Elisa Cegani (donna del gangster), Vivi Gioi (Muriel), Massimo Girotti (Tommaso Rossi), Amedeo Nazzari (Amedeo Rossi), Mino Doro (Bill Black), Osvaldo Valenti (Chris Sherman), Gianni Musy [Gianni Glori] (piccolo Tony Rossi), Luigi Almirante (Barney Palmer), Primo Carnera (se stesso). Prod.: Cines. DCP. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Quanti furono i film di finzione prodotti dal Ministero della Propaganda nazista di Goebbles apertamente razzisti e antisemiti? In base agli studi di diversi storici della Shoah e del cinema, esclusi i documentari e i cortometraggi di animazione, il numero di queste pellicole arriva a una decina circa, di cui il più infame e tristemente famoso rimane Suss l’ebreo. Come si comportò invece il regime fascista? Ufficialmente nessuna enciclopedia o storia del cinema italiana riporta l’esistenza di film, documentari e cinegiornali dell’Istituto Luce esplicitamente contro gli ebrei e i neri. A costituire un’eccezione che rappresenta il massimo sforzo del regime, anche in chiave anti-americana, è il film Harlem uscito nell’aprile del 1943, due mesi prima della caduta del fascismo e tre mesi mesi prima del sbarco degli alleati in Sicilia. Si tratta di una sorta di Rocky trent’anni prima che vede come protagonista un pugile italo-americano che sconfigge un pugile abissino in una New York di metà anni Trenta, interamente ricostruita a Cinecittà. Il film è ispirato in parte alla storia del primo campione italiano di pesi massimi Primo Carnera che, dopo aver vinto il titolo grazie all’aiuto di Al Capone nel 1933, fu battuto l’anno dopo dall’ebreo Max Bear e nel giugno 1935 dal ‘bombardiere nero’ di Detroit Joe Louis alla vigilia dell’invasione italiana dell’Etiopia. Questo match scatenò per le strade di Harlem numerosi scontri razziali tra le comunità nera e gli italoamericani filofascisti. Il film rovescia i fatti reali e ovviamente è il pugile bianco a vincere per dimostrare la superiorità degli “ariani italiani” nei confronti dei “biechi impresari ebrei” e dei “selvaggi tifosi afro-americani dello Yankee Stadium”, interpretati nel film da prigionieri di guerra sudafricani detenuti in un campo di lavoro vicino a Cinecittà allestito dai ministeri della propaganda tedesca e italiana per “uso cinematografico”. Per questi e altri motivi, Harlem è anche il film italiano più censurato di sempre con trentuno minuti di tagli (quaranta minuti, se comprendiamo anche le modifiche ai dialoghi). La pellicola, infatti, riprese a circolare dopo la guerra in questa versione censurata di 85 minuti, priva di tutti i riferimenti anti-americani e antisemiti ma conservando il razzismo nei confronti dei neri con il ricorso al doppiaggio stereotipato.

Luca Martera

 

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