LA MADRE E LA MORTE

Scen.: Arrigo Frusta. F.: Giovanni Vitrotti. Int.: Mary Cléo Tarlarini (la madre), Oreste Grandi (la morte), Ercole Vaser (il figlio a vent’anni), Maria Bay (il figlio bambino). Prod.: S.A. Ambrosio. 35mm. L.: 150 m (l. orig.: 202 m). D.: 12′ a 16 f/s Imbibito (Desmetcolor)

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Esterni innevati e fondali dipinti a servizio di una favola dark dagli inquietanti risvolti morali. La morte è un bonario vecchione con falce che vive in una caverna magica stipata di pendole – le vite degli uomini – e popolata di inquietanti diavoletti con le ali disegnate sul petto. Quando sottrae un bambino in fasce alla madre, quest’ultima non saprà farsene una ragione, finché il futuro alternativo riflesso in una fonte magica non la convincerà che c’è di peggio: il disonore. Nell’emblematic shot in chiusura due pugnali le trafiggono il cuore. Mistico.

Copia proveniente da

Restaurato nel 2007 da Fondazione Cineteca Italiana, Milano e Museo Nazionale del Cinema presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata, a partire da una copia nitrato conservata da Fondazione Cineteca Italiana