Ven
29/06
Cinema Lumière - Sala Officinema/Mastroianni > 16:00
FRUSTA NELLA COLLEZIONE KOMIYA 2 / Giocare a scacchi con la morte
Antonio Coppola
Frusta nella collezione Komiya
Impossibile sottovalutare il contributo dato da Frusta all’eccellenza qualitativa e stilistica delle produzioni Ambrosio e al loro conseguente successo internazionale. Se cerchiamo le copie sopravvissute, scopriamo che molti titoli importanti della sua filmografia sono stati esportati all’estero e sono dunque ora rintracciabili, al di fuori dei confini italiani, in tre grandi collezioni di film risalenti ai primi anni del Novecento: la collezione Desmet (presso l’EYE Filmmuseum di Amsterdam), la collezione Joye (presso il BFI – National Archive) e la collezione Komiya (presso il National Film Archive of Japan). Jean Desmet è stato un distributore olandese, l’abate Joye un gesuita svizzero che proiettava film comprati di seconda mano in Germania, Tomijiro Komiya (1897-1975) un grande cinefilo e collezionista privato residente a Tokyo. Komiya raccolse soprattutto film europei – importati e proiettati in moltissime occasioni in Giappone prima della Grande guerra – ed evidentemente era un fan del cinema italiano. Quando trent’anni fa (nel 1988) la sua collezione arrivò all’allora National Film Center di Tokyo, era già stata severamente danneggiata da due guerre, da svariati furti e dalla decomposizione del nitrato. Quello che rimane è magnifico: copie complete e molti frammenti, identificati dallo storico del cinema Hiroshi Komatsu e restaurati a colori dal National Film Center.
Il programma include tre frammenti di film scritti da Arrigo Frusta, che non esistono in altra forma: un’anticipazione di un’ampia sezione dedicata alla collezione Komiya che contiamo di proporre nella prossima edizione del Cinema Ritrovato, in collaborazione con il National Film Archive of Japan.
Mariann Lewinsky
Giocare a scacchi con la morte
La penna di Frusta, come quella della maggior parte degli sceneggiatori, ama i personaggi ossessionati: dall’amore, dalla vendetta e, in modo speciale, dal tempo. Sia esso il tempo di una vita non spesa (La madre e la morte), quello di una partita tirata per le lunghe (Una partita a scacchi), o quello che si sottrae al dovere e che si è destinati a rimpiangere (La maschera pietosa), in sostanza, alla fine è sempre troppo poco. Anche perché, a un certo punto, inevitabile arriva la morte, con la sua falce sbeccata e le sue bottigliette di veleno nascoste nelle maniche delle signore. Una morte che, a sua volta, per essere vissuta pienamente, deve prendersi il suo tempo, imitando ritmi del teatro e contorcimenti di rito (La ribalta). I film di questa sezione, affascinante puzzle dei ‘generi’ più diversi, sono dedicati a questi eroi di una causa persa, in lotta contro l’inevitabile scorrere degli orologi e dei calendari, come l’irresistibile sciroccato che, in Buon anno! – chissà perché – non vuole assolutamente rassegnarsi all’arrivo del 1910. Unica eccezione positiva, il principe Ghiacciolino che, al contrario, bloccato in un inverno senza fine, sa rompere la staticità della sua condizione riconquistando, insieme all’amore di Raggio di sole, anche il ciclico alternarsi delle stagioni.
Stella Dagna
Info sullaProiezione
Sottotitoli
Versione originale con sottotitoli
Modalità di ingresso
RAGGIO DI SOLE
Didascalie spagnole
LA MADRE E LA MORTE
Didascalie italiane
UNA PARTITA A SCACCHI
Didascalie francesi
LA RIBALTA
BUON ANNO!
LA TRATTA DEI FANCIULLI
Didascalie inglesi
IL RAGNO
Didascalie inglesi
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CAPITOLO 5: FRUSTA RISCRITTORE TUTTOFARE
CAPITOLO 5: FRUSTA RISCRITTORE TUTTOFARE
I tre titoli di questo programma completano le variegate declinazioni della Serie d’Oro inaugurata nel 1909 con Spergiura! e Nerone. Arturo Ambrosio considera Frusta una sorta di enciclopedia vivente, capace nel chiuso del suo Ufficio Soggetti di scrivere o riscrivere qualsiasi storia, come il frenetico ritmo produttivo richiede. Nell’adattamento dalla ballata di Schiller Der Handschuh (Il guanto), Frusta ricrea l’atmosfera romantica di corte con un gran finale, purtroppo perduto, in cui leoni veri tengono in sospeso il fiato dello spettatore. Nel 1911 D’Annunzio – a fronte di un vantaggioso contratto e senza scrivere una riga, a parte exequatur e svolazzante firma in calce ai soggetti di Frusta – concede per la prima volta i suoi testi alla settima arte: in Sogno di un tramonto d’autunno ritroviamo Mary Cléo Tarlarini, la prima diva dell’Ambrosio, perfetta nel ruolo di una Gradeniga misurata, altera e vibrante di gelosia. Frusta non disdegna alcuna impresa e non solo compie – con registi come Maggi, Rodolfi e Caserini – i primi passi nel genere della commedia che tanta fortuna avrà nel cinema italiano, ma dedica anche una cura non scontata alla scrittura di comiche brevi. Il manoscritto della sceneggiatura di Gigetta è gelosa (1914, film interamente perduto) contiene un sorprendente monologo da recitarsi (!? …) allo specchio, scritto da Frusta per Gigetta Morano. Lo sceneggiatore ha un’attenzione particolare per i ruoli femminili (e un debole per le attrici) e proprio la protagonista di Santarellina lo ricorda come il vero genio della casa di produzione torinese.
Claudia Gianetto
Daniele Furlati