IL GRANATIERE ROLAND (CAMPAGNA DI RUSSIA 1812)

Luigi Maggi

Sog., Scen.: Arrigo Frusta. F.: Giovanni Vitrotti. Scgf.: Decoroso Bonifanti, Paolo Borgogno. Int.: Alberto A. Capozzi (il granatiere Roland), Mary Cléo Tarlarini (Elena), Giuseppe Gray (il tenente marito di Elena), Mario Voller Buzzi (un ussaro), Ernesto Vaser (l’oste), Gigetta Morano (la vivandiera), Arrigo Frusta (Napoleone), Oreste Grandi, Ercole Vaser, Serafino Vité (soldati). Prod.: S.A. Ambrosio DCP. D.: 20′ Imbibito

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

La stampa dell’epoca esulta: “un poderoso lavoro d’arte”, “un gioiello purissimo”, “una prova magistrale come non se ne erano mai viste”. Il dispiego dei mezzi, la veridicità della messa in scena (coadiuvata dalla perfezione dei trucchi), la massa di comparse impiegate sbalordiscono il pubblico. Anche Georges Sadoul, nella sua classica Histoire générale du cinéma, ne riconosce il valore storico, la grandezza delle scene en plein air (nella Vauda di San Maurizio, nelle pianure piemontesi), la qualità della fotografia di Vitrotti (“sa usare la neve come un personaggio del dramma”). La trama: il granatiere Roland torna al paesello e trova Elena, la promessa sposa, ormai andata in moglie a un ufficiale. Si arruola per la campagna di Russia, e al fronte ritrova l’amata al seguito del marito. Nel corso della ritirata, per salvare la vita all’ufficiale ferito ed evitare alla donna cotanta disgrazia, non esita a esporsi al sacrificio supremo. Il film è ancora sorprendente per l’efficacia della messa in scena nei grandi e nei piccoli spazi, per la capacità di mettere lo spettacolo colossale al servizio del dramma intimo. E per la neve, come ben notava Sadoul. Un film colorato per un film di neve, sembra un paradosso. Ma in realtà, nella bella tavolozza di imbibizioni che questo restauro ci restituisce, il bianco accecante mantiene un ruolo da protagonista. Frusta si ritaglia il ruolo di Napoleone, dopo essersi opposto alla scelta di Oreste Grandi, condannato da un naso a nespola impresentabile. Come ricorda lo stesso Frusta, dovette sacrificarsi all’onere di tagliarsi i “vistosi, prepotenti baffoni”.

Copia proveniente da

Restaurato nel 2018 da Cineteca di Bologna e Museo Nazionale del Cinema in collaborazione con BFI – National Archive presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata a partire da una copia nitrato imbibita conservata presso BFI e proveniente dalla collezione Joye