THE TRIAL OF VIVIENNE WARE

William K. Howard

Sog.: dal romanzo omonimo di Kenneth M. Ellis. Scen.: Philip Klein, Barry Connors. F.: Ernest Palmer. M.: Ralph Dietrich. Scgf.: Gordon Wiles. Int.: Joan Bennett (Vivienne Ware), Donald Cook (John Sutherland), Richard ‘Skeets’ Gallagher (Graham McNally), ZaSu Pitts (Miss Gladys Fairweather), Lilian Bond (Dolores Divine), Jameson Thomas (Damon Fenwick), Herbert Mundin (William Boggs), Howard Phillips (Minetti). Prod.: Fox Film Corp. DCP 4K. D.: 55’. Bn.

info_outline
T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Evidentemente deciso a girare il film più veloce mai realizzato, Howard combina dialoghi a raffica, un uso innovativo delle panoramiche rapide e un ritmo incalzante prodotto dall’immagine ricorrente di folle che salgono e scendono precipitosamente le scale dando forma a un film che sembra un’unica corsa a perdifiato.

“Pochi film sono riusciti a stipare tanti dialoghi in cinque rulli”, scrisse lo storico del cinema William K. Everson nel 1982, “e pochi film hanno stupito con un simile virtuosismo visivo”. Una giovane e bionda Joan Bennet interpreta la protagonista, Vivienne, una ricca socialite accusata di aver ucciso il fidanzato infedele (Jameson Thomas) dopo averlo sorpreso tra le braccia di una cantante di night club (Lilian Bond). Per fortuna l’ex di Vivienne (Donald Cook), ancora innamorato di lei, è un avvocato di grido e prende la sua difesa in un processo sensazionale.

Mentre i cronisti radiofonici Skeets Gallagher e ZaSu Pitts dispensano commenti in diretta (e parentesi comiche) a una nazione con il fiato sospeso, la versione di Vivienne viene svelata mediante una complessa serie di flashback (anticipando la struttura di The Power and the Glory, girato un anno dopo) interrotta da ben due tentativi di omicidio all’interno del tribunale.

Howard si rivela qui un assoluto maestro del melodramma parlato. Naturalmente a qualcosa si deve pur rinunciare, e quel qualcosa sono la logica e il senno. Non si è mai visto un processo più frenetico o assurdo né legali più meritevoli di radiazione, per non parlare di una sorveglianza (?) che lascia tranquillamente che si spari contro il banco dei testimoni. Ma dimenticate ogni logica, e godetevi la pagliaccesca eccitazione dell’insieme.

William K. Everson, The New School Film Program Notes, 14 luglio 1982

Copia proveniente da

Restaurato nel 2015 da MoMA