THE STORY OF G.I. JOE
. T. alt.: Ernie Pyle’s Story of G.I. Joe. Sog.: dai libri Here Is Your War e Brave Men di Ernie Pyle. Scen.: Leopold Atlas, Guy Endore, Philip Stevenson. F.: Russell Metty. M.: Otto [Otho] Lovering, Albrecht Joseph. Scgf.: James W. Sullivan. Mus.: Ann Ronell, Louis Applebaum. Int.: Burgess Meredith (Ernie Pyle), Robert Mitchum (tenente Bill Walker), Freddie Steele (sergente Steve Warnicki), Wally Cassell (soldato Dondaro), Jimmy Lloyd (soldato Spencer), Jack Reilly (soldato Murphy), Bill Murphy (soldato Mew). Prod.: Lester Cowan per United Artists 35mm. D.: 109’. Bn
Scheda Film
Eisenhower lo definì “il miglior film di guerra mai realizzato”, e lo è. Tratto dalle celebri cronache di Ernie Pyle sui soldati semplici nei teatri di guerra nord-africani e italiani, The Story of G.I. Joe segue con andamento episodico il destino della Compagnia Charlie sui vari fronti. Uno dopo l’altro gli uomini perdono la vita o il senno (memorabile l’interpretazione dell’ex pugile Freddie Steele, soprannominato ‘assassino di Tacoma’, nei panni del sergente Warnicki). G.I. Joe si tiene alla larga dalla melassa melodrammatica che caratterizzava i film hollywoodiani sulla Seconda guerra mondiale limitandosi a un’unica lunga scena di commovente intensità affidata al tenente Bill Walker. Il regista e il produttore indipendente Lester Cowan non volevano un cast di celebrità. Il ‘piccolo’ Burgess Meredith si aggiudicò il ruolo di Pyle, ma la parte di Walker fu più difficile da assegnare. Nel provino Mitchum doveva interpretare la scena in cui il tenente si sforza di scrivere ai familiari dei soldati morti. Era il dialogo più lungo della sceneggiatura. Wellman non si illudeva che un principiante riuscisse a sostenerlo, e tanto meno pensava di rimanerne colpito. Mitchum non era mai stato nell’esercito e non sapeva niente di guerra (aveva già due figli); ma sua sorella, che faceva la cantante, gli aveva descritto i soldati che frequentavano i locali in cui si esibiva. I reduci non erano certo chiassosi e spavaldi come quelli dei film: tormentati ed esausti, di guerra non parlavano mai. Fu così che Mitchum interpretò il suo ruolo, con accorata compostezza. Wellman ne fu entusiasta. E lo sarete anche voi.
Philippe Garnier (basato sul libro di Lee Server, Robert Mitchum: Baby I Don’t Care, St. Martin’s Press, New York 2001)
per concessione di Ignite Films
Restaurato nel 2001 da Academy Film Archive presso il laboratorio Triage and Audio Mechanics a partire da un controtipo nitrato 35mm, da un controtipo nitrato del British Film Institute e, per l’ultima inquadratura, da un controtipo 16mm. Il negativo originale è perduto