SCAMPOLO

Augusto Genina

S.: Augusto Genina, liberamente tratto dalla commedia di Dario Niccodemi. Sc.: Augusto Genina. F.: Axel Graatkjaer, Vittore Armenise. Scgf.: Hans Sohnle, Orro Erdmann. M.: Hansheinrich Dransmann. In.: Carmen Boni (Scampolo), Lia Crithy (Andrée Bertini), Hans Junkermann (il conte Bertini), Max Schreck, Carl Goetz (il maestro), Karl Platen, Oreste Bilancia. P.: Nero Film AG, Berlino. 2413m. 35mm.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

A lungo considerato perduto nella filmografia di Augusto Genina, Scampolo è riemerso grazie all’opera del C.N.C. – Les Archives du Film, che conservavano il negativo originale della versione francese. Il materiale era in ottimo stato e conservava intatte le prodigiose qualità della fotografia della fine degli anni Venti. L’Immagine Ritrovata ha proceduto alla riparazione dei materiali, alla loro pulizia e rigenerazione, alla stampa di un lavander, all’inserimento delle didascalie tradotte in italiano, di cui si è conservata la grafica dell’edizione francese, e alla stampa di un positivo su pellicola bianco e nero. “Penultimo degli otto film che Augusto Genina costruisce intorno a Carmen Boni, diva garçonne, figurina chapliniana con un’eco pregressa della Louise Brooks che il regista incontrerà in Prix de Beauté (a testimoniare la sua fedeltà autoriale ad un certo tipo divistico). Film di produzione tedesca, del periodo in cui Genina ripara in Germania per sopravvivere al crollo dell’UCI e alla rovina degli stabilimenti italiani; forse conseguentemente, film di intenzione anche turistica, come già chiariscono i titoli di testa: ‘Questa deliziosa commedia si ambienta nella magnifica Roma e nei suoi dintorni’. Piazza del Popolo, Trinità dei Monti, Castel S.Angelo, Via Nazionale, il palazzo patrizio del conte Bertini sono i landmark di una città illustrata che la fotografia, prodigiosamente sensibile alle variazioni atmosferiche, restituisce in tutte le sue luci.
Quanto a controllo della messa in scena, uso funzionale di spazi interni ed esterni, attenzione al décor e capacità di climax romantico (uno dei finali più nitidi, economici e compiuti del cinema italiano muto: che la critica d’epoca non mancò di contestare, perché non fedele alla pièce), Genina non sembra qui molto lontano dal Frank Borzage degli stessi anni”.
(Paola Cristalli, Cinegrafie, n. 7 )

Copia proveniente da

Grazie al contributo di

PROJECTO LUMIÈRE