LA STORIA DI LULÙ

P.: Società Anonima Ambrosio. L.O.: 133mt. D.:6’. 35 mm. 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

La storia di Lulù (conservata alla Library of Congress, nel cui catalogo compare con il titolo [Unid. Post #5The life of Lulu]) si serve solo di “dettagli” dei piedi della protagonista: il film ci conduce in maniera lineare dalla nascita della piccola Lulù ai suoi primi amori campestri (gli zoccoli) al suo primo “passo falso” (un tacco che si rompe sui gradini di una casa, fino al suo successo (stivaletti) per concludersi con una eloquente coppia di scarpe fuori da una porta. Un piccolo racconto di “estremità”, al quale la Prolo nella sua Storia del cinema muto italiano attribuisce G.Vitrotti come operatore e A.Frusta come soggettista. Del film parla anche Barry Salt nel suo saggio pubblicato nel volume Sperduto nel buio (Cappelli, 1991).

Copia proveniente da