BLOCKADE
Sc.:John Howard Lawson. F.:Rudy Maté. In.: Henry Fonda, Madeleine Carroll, Leo Carrillo, John Halliday, Vladimir Sokoloff. P:Walter Wanger per la United Artists. D: 73’. 35 mm.
Scheda Film
“Il primo produttore che provò a girare un film serio sugli avvenimenti europei fu l’indipendente Walter Wanger, che nel 1938 produsse Blockade per la United Artists. […] Ovviamente, il trambusto che il film suscitò in tutta la nazione elevò il livello di tensione contro i film politici in molti dei più grandi studios. […] Wanger discusse l’idea di un film sulla Spagna agli inizi del 1936 col regista Lewis Milestone, e chiamò il commediografo ex-radicale Clifford Odets per scrivere la sceneggiatura. Wanger non fu contento del lavoro di Odets e nell’ottobre del 1937 inserì nel progetto John Howard Lawson. […] Wanger sottopose il soggetto di Lawson a Breen nel gennaio del 1938. Sebbene fosse un soggetto molto cauto, irritò Breen. Spaventato dalla prospettiva di dover prendere posizione, avvertì Wanger che occorrevano molte precauzioni perché nessuno dei belligeranti venisse identificato. […] Blockade fu proiettato al New York Radio City Hall nel giugno del 1938. […] [il film] fu boicottato e le sale che lo proiettavano furono picchettate dalle organizzazioni cattoliche. […] Lo attaccò anche la Legion of Decency e i sacerdoti delle parrocchie ammonirono i loro fedeli a non andarlo a vedere.” (G.Black, C.Koppes, La guerra di Hollywood, ed. Il Mandarino).
“Blockade è un film a tesi, cosa che non gli si dovrebbe rimproverare, sostenendo una tesi giusta: una protesta contro la guerra. Soprattutto contro la guerra moderna, che devasta città inermi, massacra i civili, o affama spietatamente le popolazioni ponendo l’embargo alle città. Veemente nel suo messaggio, realistico nel suo contenuto, il film è notevole, diverso e provocatorio. […] Ad Hollywood si dice che la Production Code Administration, diretta da Hays abbia suggerito cambiamenti radicali al soggetto originale, per evitare ogni offesa a potenze straniere. Il fatto è che la forza e l’efficacia di un film di questo genere risiede nella sua capacità di offendere e di prendere posizione. (Variety, 8/6/1938).
Dalla collezione di William K. Everson