LA RAGAZZA IN VETRINA

Luciano Emmer

35mm. L.: 2516 m. D.: 90’ a 24 f/s.  R.: Luciano Emmer. S.: Rodolfo Sonego. Sc.: Luciano Emmer, Vinicio Marinucci, Luciano Martino, Pier Paolo Pasolini. Scgf.: Alexandre Hinkis. C.: Roman Vlad. F.: Otello Martelli. Mont.: Emma Le Channois, Iolanda Benvenuti. In.: Marina Vlady, Lino Ventura, Magali Noël, Bernard Fresson. P.: Nepi Film, Sofitedip zodiaque Paris. Distribuzione: Lux film.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

“‘Non vorrei parlare della storia dei tagli di censura a La ragazza in vetrina: è una storia per cui avrei dovuto ammazzare qualcuno. Mi hanno rovinato. Vorrei parlare invece di una cosa più curiosa che non ho mai raccontato a nessuno: nei titoli di testa del film ci sono un sacco di persone, Vinicio Marinucci, Luciano Martino, Pier Paolo Pasolini. Avrebbero dovuto esserci anche Flaiano e Sonego.

Io ho scritto la sceneggiatura da solo, con due prostitute, due ragazze delle vetrine con le quali parlavo un po’ di inglese, mezzo olandese e con le quali sono riuscito a creare i dialoghi del film’.

Emmer preferisce glissare, ma i tagli della censura a La ragazza in vetrina sono una storia strana che ha segnato la vita dello stesso regista oltre a quella del film.

Cosa è stato tagliato lo chiarisce lo stesso Emmer quando descrive la scena che più subì le attenzioni censorie: ‘La scena era castissima, solo che era fatta tutta a base di soldi: 25 fiorini i primi, poi andava sul letto, lui si toglieva la giacca e la camicia, ancora 10 fiorini; poi lui chiedeva: ‘Tu non ti spogli?’, 10 fiorini; alla fine, quando lei era sul letto, (figurati se facevo vedere una prostituta nuda in un film mio! si vedeva la spalla e basta) lui, da buon italiano, si avvicinava per darle un bacio; e lei si voltava con la faccia e diceva: ‘No kiss!’.

Questa era la scena più importante del film. Passano questo week-end e nasce una simpatia fra loro: ma lui decide di partire e lei va alla stazione perché ha dimenticato la valigia: ‘You, dimenticato valigia!’. ‘Grassie bionda, se torno da ste parti ‘natra volta te vegno a catare’, sapendo che mai sarebbe successo. E la ragazza, con le lacrime agli occhi, gli dice: ‘No kiss?’. Questa è la fine.

La prostituta in vetrina diceva professionalmente ‘No kiss’, cioè sesso sì ma senza bacio, qui invece chiede: ‘Non mi dai un bacio?’. E il film era tutto lì. E mi hanno tagliato la prima scena, quindi non aveva più senso la fine: è diventato patetico, sentimentale, stronzo.

Non era censura nel senso moderno. Quando uno dice censura pensa a quali scene osé dovevano esserci. E invece no. Era una censura moralistica, sciocca’.

Per Casiraghi (l’allora critico dell’Unità) il film venne fatto oggetto di una persecuzione che dipendeva non tanto dalla scena incriminata quanto dai ‘trecento metri iniziali che condizionano tutto il racconto e gli danno tutto il significato. […] Sono i trecento metri che narrano la discesa nei pozzi, la solidarietà operaia, e mostrano quegli esseri umani, giovani e anziani, bianchi e negri, che strisciano nella taglia alta non più di ottanta centimetri […] e che ogni ora, ogni minuto, sono costretti a mettere a repentaglio la loro vita in un ambiente d’inferno […]’.

Altro fatto certo: il film venne commercialmente distrutto dai tre mesi di ritardo sull’uscita prevista, dal divieto ai minori di 16 anni e dai danni prodotti dai tagli di censura. Luciano Emmer (‘Ho perso il contratto, ho perso le ragazze, ho perso la vetrina’) dopo queste vicissitudini, pressato da comprensibili difficoltà economiche, chiude per oltre trent’anni col cinema e diviene uno dei più stimati registi di Carosello”. (Giacomo Manzoli)

Copia proveniente da