BARBED WIRE
S.: Jules Furthman, Rowland V. Lee, dal romanzo The Woman of Knockaloe di Hall Caine. Sc.: J, Furthman. F.: Bert Glennon. In.: Pola Negri (Mona Moreau), Clive Brook (Oskar Muller), Einar Hanson (Pierre, fratello di Mona), Claude Gillingwater (Jean Moreau, padre di Mona), Gustav von Seyffertitz (il vicino), Charles Lane (colonnello Duval), Clyde Brook (Hans), Ben Hendricks, Jr. (sergente Caron). P.: Erich Pommer per Paramount Famous Lasky Corp, in associazione con B.P. Schulberg.. 35mm. L.O.: 2279 m. L.: 1838 m. D.: 81’ a 20 f/s. Bn.
Scheda Film
Dopo il successo di Hotel Imperial, Pommer intraprende la produzione di un adattamento del romanzo dell’inglese Hall Caine, con lo stesso regista (Stiller) e la stessa vedette (Pola Negri). Ma Stiller si ammala. Il suo posto è preso da Rowland V. Lee, fresco di ingaggio alla Paramount. Pola Negri gode della reputazione di attrice capricciosa, ma aveva un’ottima intesa con Stiller, con cui poteva parlare russo. Ha appena perso il suo amante, Rudolph Valentino. Lee riuscì rapidamente a farsi apprezzare dalla star. I due girarono quattro film assieme. La vicenda, nel romanzo ambientata sull’isola di Man, viene spostata in un villaggio normanno. Probabilmente il solo scopo era non distrarre il pubblico dall’intrigo principale, visto che l’immagine della Francia che il film ci presenta non si discosta da quella che ritroviamo negli altri film americani, anche se il produttore e il regista conoscevano in prima persona il paese. Il messaggio pacifista di Barbed Wire non gli impedisce di essere interamente concentrato sulla figura di Mona. La guerra non è altro che un pretesto per inserirla in situazioni conflittuali, e appare realmente solo in una breve scena di contorno. Per il resto, rimane in secondo piano. Nelle sue memorie, Negri si sofferma sui suoi stati d’animo al momento delle riprese, con un compiacimento che può far sorridere. Vedendo il film, possiamo immaginare il modo in cui l’attrice l’ha sfruttato. Rowland Lee è efficacemente al suo servizio. La regia si consacra del tutto alla sua devozione.
Jean-Marie Buchet, Cinémathèque Royale de Belgique