LA MAISON DU MYSTÈRE
Sc.: Alexandre Volkoff e Ivan Mosjoukine, dal romanzo omonimo di Jules Mary. F.: Joseph-Louis Mundwiller, Fédote Bourgassoff. Scgf.: Ivan Lochakoff, Edouard Gosch. Op.: Nicolas Toporkoff, Jean-Louis Mundviller, Bourgassoff. Cast: Hélène Darly (Régine de Bettigny), Francine Mussey (Christiane), Sylvia Grey (Marjorie), Nina Raïevska (Mme de Bettigny), Simone Genevois (Christiane bambina), Ivan Mosjoukine (Julien Villandrit), Charles Vanel (Henri Corradin), Nicolas Koline (Rudeberg), Claude Bénédict (Général de Bettigny), Bartkevitch (Marjory), Wladimir Strijewski (Pascal giovane), Fabien Haziza (Pascal bambino), Gilbert Dacheux (Urbain), José Davert, Pierre Hot (il sostituto). Prod.: Film Albatros; 35mm. L.: 8721 m. D.: 476’ a 16 f/s. Bn e colorato. 1° ep.: «L’ami Félon», L.: 1201 m. D.: 66’; 2° ep.: «Le Secret de l’étang», L.: 665 m. D.: 37’; 3° ep.: «L’Ambition du service de la haine», L.: 784 m. D.: 43’; 4° ep.: «L’Implacable verdict», L.: 947 m. D.: 52’; 5° episodio: «Le Pont vivant», L.:738 m: D.: 39’; 6° ep.: «La Voix du sang», L.: 561 m. D.: 30’; 7° ep.: «Les Caprices du destin», L.: 1031 m. D.: 57’; 8° ep.: «Champ clos», L.: 988 m. D.: 54’; 9° ep.: «Les Angoisses de Corradin», L.: 810 m. D.: 45’; 10° ep.: «Le Triomphe de l’amour», L.: 996 m. D.: 55’.
Scheda Film
Julien Villandry è proprietario di un’industria tessile gestita da Henri Corradin, suo amico d’infanzia. Entrambi sono innamorati di Régine de Bettigny, che offre la sua mano a Villandry. Logorato dalla gelosia, Corradin fa di tutto per separare la coppia, causando anche l’arresto del suo rivale per un crimine non commesso. Ma i due vecchi amici alla fine riescono a riunirsi. Il film a episodi, non molto tempo fa, non aveva avversari più accaniti di me. Scappavo dalle sale dove venivano proiettati e, per partito preso, mi rifiutavo di andare a vedere anche una sola delle innumerevoli parti delle innumerevoli avventure che componevano questi film. Innegabilmente, dopo un po’ di tempo, qualcosa è cambiato. Alcuni registi, tra quelli che ammiro di più, si sono sforzati per rinnovare questo genere di produzione, e gli elogi che mi giunsero alle orecchie mi convinsero a togliere l’ostracismo nei confronti dei sérials, e me ne rallegro, perché La maison du mystère ha completato la mia conversione […]. Non si tratta più di costruire metri di situazioni strampalate, di avventure straordinarie, di un’eroina dieci volte uccisa e dieci volte resuscitata, ma al contrario di un adattamento molto chiaro del romanzo di Jules Mary. Una scienza del ritmo, dell’intensità, della verità, una fotografia bellissima dove abbondano ingegnose trovate che caratterizzano la realizzazione di Volkoff, che in maniera ammirevole dirige i suoi attori. Ha del resto scelto bene i suoi interpreti! Mosjoukine e Charles Vanel danno prova di una potenza drammatica di prim’ordine. Francine Mussey ha trovato finalmente un ruolo degno del suo giovane e bel talento. Koline e Hélène Darly – quanto è bella Madame Darly! – completano felicemente questa eccellente distribuzione di ruoli.
«Cinémagazine», 23 marzo 1923