SAˇSA
Ass. r.: A. Fajt; Scen.: O. Leonidov, L. KuleSov, A. Hohlova; F.: N. Naumov-StraZ; Scgf.: V. Pokrovskij; Int.: M. SapoZnikova (Sasa), P. Il’in (Dimitrii Kotov, suo marito), A. Fajt (Pepel’njak, poliziotto), P. Galad Zev (Ivan SemenoviC), D. Vvedenskij (Smirenin, il contadino ricco), L. Semenova (artista del locale notturno); Prod.: Belgoskino; Pri. pro.: 2 giugno 1930 35mm. D.: 40′ a 24 f/s.
Scheda Film
Il titolo del film, Sasa, è il diminutivo russo di “Aleksandra” e viene da chiedersi se è proprio un caso che Aleksandra Hohlova, che diresse il film, abbia chiamato la protagonista col proprio nome. Allieva e moglie di Kulesov, oltre che interprete di alcuni dei suoi migliori film, la Hohlova era tanto apprezzata da critici e cineasti (Ejzenstejn e Sklovskij avevano perfino pubblicato un opuscolo intitolato Hohlova), quanto maltrattata da produttori e dirigenti degli studi, il cui istinto maschi e suggeriva loro che bellezze più convenzionali e talenti meno eccentrici avrebbero assicurato maggiori incassi. L’unico lungometraggio da lei diretto – la triste storia di una ragazza di campagna che deve duramente farsi strada in una città dominata dagli uomini – ce la mostra come uno di quei proverbiali allievi che tentano di superare il loro venerato maestro. È una semplice, appassionata e realistica storia criminale, con numerose scene in perfetto stile Kulesov, che rappresenta certamente una scoperta per gli amanti del cinema al femminile. Un’avvertenza per chi ama risolvere gli enigmi e per chi non può fare a meno del lieto fine: l’ultimo rullo del film (il sesto) è mancante.
Yuri Tsivian