ÉTUDE CINÉGRAPHIQUE SUR UNE ARABESQUE

Germaine Dulac

Scen.: Germaine Dulac (da due arabeschi di Claude Débussy) 35mm. D.: 9’ a 18 f/s.

 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

In Étude cinégraphique sur une arabesque, che la Dulac concepisce come un “balletto cinematografico”, a dominare è la forma dell’arabesco (rintracciabile nella musica, nelle decorazioni e nella coreografia del balletto). Anche se il tema dell’acqua e della luce ricordano Disque 957, la struttura visiva del film è per lo più composta da variazioni sull’arabesco: archi di luce, getti d’acqua, ragnatele, un trionfo di alberi, fiori e foglie, un sorriso di donna, braccia distese e una gamba che muove ritmicamente una sedia a dondolo. Come il primo e il secondo Arabesque di Claude Debussy che lo hanno ispirato, questo film è il più astratto dei film “puri” della Dulac, che usa elementi naturali (luce, specchi, acqua e vento) e tecniche fotografiche (sfocatu- re, maschere, dissolvenze, esposizioni multiple e lenti) per distorcere o intensificare i vari elementi.

Tami Williams

 

Copia proveniente da