Bank Holiday
Sog.: Hans Wilhelm, Rodney Ackland; Scen.: Rodney Ackland, Roger Burford; F.: Arthur Crabtree; Mo.: R.E. Dearing; Scgf.: Alex Vetchinsky; Su.: Sydney Wiles; Mu.: Louis Levy, Cecil Milner; Int.: Margaret Lockwood (Catherine Lawrence), Hugh Williams (Geoffrey), John Lodge (Stephen Howard), Rene Ray (Doreen Richards), Kathleen Harrison (May), Wally Patch (Arthur), Garry Marsh (‘Follies’ direttore), Wilfrid Lawson (poliziotto), Merle Tottenham (Milly), Linden Travers (Ann Howard), Felix Aylmer (Dr. Nicholl, il chirurgo), Jeanne Stuart (signorina Mayfair); Prod.: Edward Black; Distr.: Gainsborough Productions; Pri. pro.: 14 marzo 1938. 35mm. D.: 86’.
Scheda Film
Per tutto il XX secolo, prima che venissero inventati i viaggi all’estero “tutto compreso”, le vacanze al mare degli inglesi sono state un singolare fenomeno sociologico. L’ultimo lunedì di agosto [giorno di festa in Inghilterra ndt] orde di inglesi si precipitano sulle spiagge per sgomitare, strillare e far tutto il possibile per divertirsi un mondo. In genere piove. Una situazione ideale, dunque, per i film “a più storie”. Nove anni dopo Fiamme di passione, la Gainsborough produsse Holiday Camp, un analogo amalgama di critica sociale, umorismo e melodramma, con in più chiari riferimenti alla vita del dopoguerra. Cinque anni più tardi, nel 1953, i vacanzieri del cinema inglese presero, non senza precauzioni, la via dell’estero con Provinciali a Parigi. I londinesi di Fiamme di passione invece arrivano giusto fino a Bexborough, una località di fantasia sulla costa meridionale (il film venne girato in realtà ad Hastings). Ma la svelta regia di Carol Reed e la sceneggiatura, ingegnosa anche se a a volte improbabile, di Rodney Ackland e Hans Wilhelm non ci fanno sentire più sfortunati per questo. L’antecedente è la morte, durante il parto, di una donna assistita dall’infermiera Catherine Lawrence. Una morte che getta un’ombra sul resto del film, sul gioioso trambusto tipico della working-class comedy, sulla volgare frenesia dei concorsi di bellezza, sugli alberghi stracolmi, le spiagge affollate e su tutto il resto delle scene balneari. Margaret Lockwood divenne molto popolare per la sua interpretazione dell’infermiera a cui è passata la voglia di consumare una relazione segreta con Hugh Williams in un hotel di lusso. Anche Carol Reed ne guadagnò in prestigio. E a ragione, visto come riesce a trattare ogni personaggio, stupido o saggio che sia, con la stessa simpatia e a tenere assieme un film che, per quanto a volte poco credibile, è divertente e vivace dall’inizio alla fine. Da non perdere la comparsata finale di Wilfrid Lawson nei panni di un imperturbabile, scettico poliziotto di provincia: una presenza impareggiabile che ruba la scena al resto del cast.
Geoff Brown