DAS WACHSFIGURENKABINETT
Sog.: Henrik Galeen. Scen.: Henrik Galeen; F.: Helmar Lerski; Scgf.: Paul Leni; Co.: Ernest Stern; Ass. regia: Wilhelm Dieterle; Int.: Emil Jannings (Harun al Raschid), Conrad Veidt (Ivan il terribile), Werner Krauß (Jack lo squartatore), Wilhelm Dieterle (il poeta/Assad il pasticciere/un principe russo), Olga Belajeff (Eva/Maimune/una boiarda), John Gottow (proprietario del Panoptikum), Paul Biensfeld (Visir), Ernst Legal, Georg John. Prod.: Neptun-Film AG, Berlino per Ufa; Pri. pro.: 13 novembre 1924
35mm L.: 1721 m. D.: 75′ a 20 f/s
Scheda Film
La fama del film è dovuta in gran parte alle peculiarità della regia di Leni: ogni episodio è concepito in uno stile aderente al soggetto. Le forme larghe e arrotondate corrispondono alla recitazione e ai movimenti degli attori nell’episodio orientale (Emil Jannings è il sultano). L’atmosfera dell’episodio russo è opprimente e cupa ed è ottenuta dalle scenografie che contrastano con la silhouette ascetica di Conrad Veidt che incarna Ivan. E infine, dei contorni brumosi, delle figure geometriche dalle punte aguzze, dei giochi di luce fantasmatici servono da scenografia alla fuga, in una piazza deserta, davanti a Jack lo squartatore. È questo che affascina nel film. C’è un’omogeneità perfetta tra la forma e il contenuto. L’ultimo episodio può essere considerato come una scena-chiave per tutti i film del genere. Una fuga convulsa e inutile davanti al terrore, il disagio sociale […] Fu raramente resa in modo così efficace che in questo film. Ma assistiamo, malgrado tutto, al risveglio, al ritorno alla vita di tutti i giorni. È soprattutto per questo che il film costituisce il coronamento dell’espressionismo e segna già la transizione verso lo stile realista.
(“Kamera”, 1964)