1896. CINEMA ANNO UNO

All’inizio del 1896, Louis Lumière ha realizzato solo dieci vedute, e le fotografie animate sono state proiettate e mostrate in pubblico in un solo luogo della terra, Parigi. Alla fine dell’anno, le vedute Lumière ammontano a oltre trecento titoli, la compagnia ha sotto contratto numerosi operatori che filmano in tutti e cinque i continenti – il 30 dicembre 1896 Constant Girel è al lavoro a Saigon, diretto in Giappone – e platee entusiaste hanno assistito a proiezioni pubbliche in tutt’Europa, in Messico, negli Stati Uniti e in Algeria. Il cinema funziona a pieno regime, e il suo successo popolare è ovunque immediato.
Per questo primo anno, i fratelli Lumière non vendono il loro portentoso Cinématographe, obbligando i concorrenti a usare altri tipi di cineprese. Méliès comincia a produrre e proiettare film nella primavera del 1896 – con un Theatrograph messo a punto da Robert William Paul. In autunno la American Mutoscope Company lancia il suo Biograph e dà avvio a una ragguardevole produzione, in formato 68mm.
All’incirca un centinaio di film realizzati nel 1896 e chiamati allora ‘proiezioni’, ‘vedute’ o ‘fotografie animate’, verranno presentati in questa sezione dedicata all’anno uno del cinema. La loro qualità varia dal notevole al mozzafiato. La loro doppia natura – di documenti e di opere d’arte – chiama in causa sia la conoscenza, ovvero la nostra necessità di apprendere il passato, sia l’esperienza estetica, ovvero la capacità di comprenderli nel presente. Dal 1946, quando Georges Sadoul intervistò Louis Lumière sulle origini del cinema, molte ricerche sono state condotte; e molte grandi menti hanno cercato di spiegare (o almeno descrivere) la forza di questi film, la loro luce, ricchezza e bellezza, capaci di catturare la vita e di spalancare le porte dell’immaginazione.
Quanto alla forma, i nostri programmi seguono il modello storico del 1896, quando uno spettacolo si componeva solitamente di 8/12 titoli presentati uno dopo l’altro. Quanto ai contenuti, due dei programmi sono a tema geografico (Italia e Messico), gli altri, del genere che Benjamin chiamava “fisiognomico”, si concentrano su alcuni tratti caratteristici della produzione Lumière. La collezione Olivier Auboin-Vermorel (nella sezione Ritrovati e restaurati), con le sue rare vedute Lumière colorate a mano e i filmati realizzati nel 1896 da Paul Nadar, offre un prezioso complemento alla sezione.
I nostri più sinceri ringraziamenti all’Institut Lumière di Lione, al CNC – Archives français du film, alla Cinémathèque française e ai tanti colleghi e amici per il loro generoso e impagabile aiuto.

Mariann Lewinsky

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