Dom
25/06
Cinema Europa > 17:30
RIO BRAVO
Carlo Chatrian (Berlinale)
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Sottotitoli
Versione originale con sottotitoli
Modalità di ingresso
RIO BRAVO
Scheda Film
Il grande cielo aveva dimostrato che il western era, tra tutti i generi, quello in cui Hawks più si era avvicinato a raccontare una storia d’amore. È anche il genere dove meglio ha raccontato l’amicizia e il senso del gruppo, e il valore cardine dell’istinto.
Il senso del gruppo si misura in termini pratici. In Rio Bravo nessuno dei personaggi è secondario, ciascuno è impegnato in un’analoga battaglia esistenziale con se stesso. Lo sceriffo e i suoi pochi uomini devono affrontare trenta o quaranta pistoleri professionisti e ben pagati. Situazione di per sé mitologica, che si assesta nella zona tra l’impossibile e il necessario dove prendono vita i buoni film.
Hawks citava spesso Mezzogiorno di fuoco. Non gli piaceva il modo in cui Gary Cooper continuava a chiedere aiuto e poi non ne aveva bisogno. Qui John Wayne non chiede mai aiuto ma ne ha sempre bisogno, non solo nel finale ma in ogni situazione critica. I rapporti tra i personaggi (Wayne, Martin, Dickinson, Brennan, Nelson) traducono in azione un’anatomia dell’ingegno umano e un credo nell’amicizia. In un momento o nell’altro della storia, ciascuno di loro diventa indispensabile.
Non c’è scena che sia stata tanto animatamente discussa nei bar finlandesi quanto quella in cui Dean Martin travasa il suo bicchiere di whisky nella bottiglia sentendo risuonare le note del Deguello (“Non ne ho versata una goccia”). Pochi film hanno messo in luce in modo così memorabile la posizione competitiva dell’alcol rispetto a qualsiasi altro aspetto della vita. Martin sa che ha soltanto una frazione di secondo per sopravvivere e che, per riuscire a sparare per primo, deve recitare al meglio la parte del fallito. L’analisi di una scena come questa aiuta a capire in che cosa consista l’indiscutibile grandezza di Rio Bravo: quel che vediamo è il funzionamento d’una mente, una messa a fuoco della realtà, le percezioni e le reazioni che definiscono una piena individualità, degna di un gruppo.
Pochi film offrono un simile piacere nella semplice osservazione di uomini che camminano, sguardi che si incrociano, rovi che rotolano. L’isola che non c’è del teatro di posa dispiega l’arsenale stilizzato dei western, con tanto di tramonti artificiali. Il risultato è forse proprio quel tipo di western ‘radicale’ che Nicholas Ray sognava per il suo film su Jesse James.
Rio Bravo è il ritratto di un uomo sull’orlo del baratro, tutti i sensi in allerta, come sarà ricordato per l’eternità.
Peter von Bagh, Lajien synty [Sull’origine delle specie], WSOY, Helsinki 2009. Testo inglese a cura di Antti Alanen
Cast and Credits
Sog.: dal racconto A Bull by the Tail di B.H. McCampbell. Scen.: Jules Furthman, Leigh Brackett. F.: Russel Harlan. M.: Folmar Blangsted. Scgf.: Ralph S. Hurt. Mus.: Dimitri Tiomkin. Int.: John Wayne (sceriffo John T. Chance), Dean Martin (Dude), Ricky Nelson (Colorado Ryan), Angie Dickinson (Feathers), Walter Brennan (Stumpy), Ward Bond (Pat Wheeler), John Russell (Nathan Burdette), Pedro Gonzalez Gonzalez (Carlos), Estelita Rodriguez (Consuelo), Claude Akins (Joe Burdette). Prod.: Armada Productions. DCP. Bn.
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