Luigi Comencini è uno dei pionieri delle cineteche europee. Cinefilo appassionato, dalla fine degli anni Trenta, insieme a Mario Ferrari (precocemente scomparso nel 1938) e al futuro regista Alberto Lattuada, comincia a raccogliere pellicole che scambia con appassionati francesi come Henri Langlois. Da quel nucleo nascerà la Cineteca Italiana di Milano. Appunto per sostenere economicamente la Cineteca, già affermato regista, realizza La valigia dei sogni, preceduto qualche anno prima dal documentario Il museo dei sogni, del quale riutilizza alcune scene e parte del commento. Attraverso la finzione, lo scopo è sensibilizzare il pubblico verso il patrimonio del cinema muto italiano, di cui si stavano perdendo le testimonianze. La vicenda del vecchio attore Omeri che recupera le pellicole dal macero e cerca di farle conoscere è lo spunto per un’antologia di film muti, dal primo film italiano, La presa di Roma, a Christus di Antamoro, da Assunta spina con Francesca Bertini a Cenere con Eleonora Duse, fino a Cabiria. Il cinema del passato entra in cortocircuito con il neorealismo, con il tema degli attori presi dalla strada e del cinema nel cinema; realtà e finzione si mescolano: l’attrice del muto Elena Mankowska interpreta sé stessa, e in fondo lo stesso vale per Maria Pia Casilio, attrice non protagonista che interpretava la servetta in Umberto D. di De Sica e che qui è l’assistente del protagonista poi arruolata nel cinema.