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29/06
Cinema Arlecchino > 21:45
IO LA CONOSCEVO BENE
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IO LA CONOSCEVO BENE
Scheda Film
Nei decenni, è stata più volte notata la modernità narrativa e visiva del film, costruito in una serie di salti temporali arditissimi, con inserti di brevi flashback, e di piani-sequenza al limite del virtuosismo. […] L’assunzione di questo modello frammentato è anzitutto un elemento di prossimità alla protagonista, di resa del suo tempo e del suo spazio, di avvicinamento grazie anche all’uso dello zoom e degli sguardi in macchina, che un paio di volte servono a introdurre i flashback del passato, ma non solo. Il suo sguardo si sofferma sulla cinepresa, di sfuggita, anche in altri momenti come quando viene presa dalla delusione per il comportamento di uno dei suoi amanti (quello che la fa telefonare alla fidanzata) e soprattutto nell’intensa scena ‘sospesa’ in cui Adriana è in casa da sola, e guarda fuori dalla finestra mentre sul giradischi suona Mani bucate di Sergio Endrigo. Un piano-sequenza di tre minuti, una delle scene più potenti del film e di tutto il cinema italiano dell’epoca, che mostra appieno l’unione di modernità cinematografica e di dialogo con il suo sistema-cinema. In quella scena Stefania Sandrelli guarda in macchina come Anna Karina in Questa è la mia vita (1962) di Jean-Luc Godard, e sta proprio guardando noi, sta guardando gli spettatori (maschi) della commedia all’italiana.
Insieme all’uso del flashback e del piano-sequenza, il terzo elemento fondante della prospettiva del film (e certo non il meno importante) è l’uso delle canzoni. Il film è praticamente sempre accompagnato dalla musica, talvolta quella originale di Piero Piccioni, ma più spesso canzoni italiane e straniere, per lo più provenienti da fonti sonore in scena: juke-box, orchestre, radioline. La centralità della musica doveva essere ben presente fin dalla concezione del film (il soggetto iniziale si intitolò a un certo punto Il giradischi), ma la costruzione a flashback e la presenza delle canzonette fu progressivamente accentuata nelle successive fasi di stesura. L’intero film è costruito in molti momenti in totale simbiosi con la musica. Le canzonette fanno parte del mondo della protagonista, delle sue illusioni; ma fanno parte anche del corpo del film.
Emiliano Morreale, Cinema d’autore degli anni Sessanta, Il Castoro, Milano 2011
Cast and Credits
Sog., Scen.: Antonio Pietrangeli, Ruggero Maccari, Ettore Scola. F.: Armando Nannuzzi. M.: Franco Fraticelli. Scgf.: Maurizio Chiari. Mus.: Piero Piccioni. Int.: Stefania Sandrelli (Adriana Astarelli), Nino Manfredi (Cianfanna), Ugo Tognazzi (Gigi Baggini), Robert Hoffmann (Antonio), Jean-Claude Brialy (Dario Marchionni), Joachim Fuchsberger (Fausto), Mario Adorf (Emilio Ricci, ‘Bietolone’), Franco Fabrizi (Paganelli), Karin Dor (Barbara), Véronique Vendell (starlette). Prod.: Ultra Film – Sicilia Cinematografica, Les Films du Siècle, Roxy Film. DCP. D.: 114’. Bn.
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