Ven
01/07
> 17:00
Filmando i Kennedy
Issa Clubb (Criterion)
I quattro che nel 1960 si riunirono per realizzare Primary sono una sorta di Beatles del documentario. Robert Drew, Richard Leacock, D.A. Pennebaker e Albert Maysles hanno trasformato il genere producendo un’ineguagliabile serie di classici. (Come nel caso dei Beatles c’era anche un quinto membro, meno noto, Terence Macartney-Filgate). La squadra sarebbe cambiata e cresciuta per poi divenire nota con il nome di Drew Associates, che tra il 1960 e il 1964 produsse venti film. Tra queste opere, non c’è dubbio che quelle dedicate a John F. Kennedy abbiano lasciato un’impronta indelebile. È infatti possibile seguire la nascita, le difficoltà iniziali e la maturazione del documentario americano moderno proprio attraverso quei quattro film: Primary, Adventures on the New Frontier, Crisis e Faces of November.
Non è esagerato affermare che prima di Primary non esisteva il documentario come oggi lo intendiamo, e cioè come schietta osservazione della realtà. Non esistevano le attrezzature, le tecniche, la filosofia: Drew e i suoi soci dovettero imparare strada facendo.
John F. Kennedy era considerato un candidato improbabile alla presidenza: troppo giovane, troppo cattolico, troppo identificato con l’establishment della costa orientale. Per sfatare questi pregiudizi, il bostoniano figlio di un milionario dovette misurarsi contro il senatore del Minnesota Hubert Humphrey nelle primarie del Wisconsin. A metà marzo Kennedy ricevette Drew e Leacock a Washington e acconsentì a lasciarsi riprendere durante la competizione; anche Humphrey si disse subito d’accordo. Due settimane dopo, in aprile, i registi iniziarono le riprese, affiancati da Pennebaker, Maysles e Macartney-Filgate.
Il gruppo fissò una serie di regole rivoluzionarie: niente interviste; raccontare la storia mediante l’azione, non la narrazione; non interferire, osservare. In Primary, le macchine da presa seguono i candidati mentre incontrano gli elettori, schiacciano un pisolino in auto, si consultano privatamente con gli assistenti.
La sera delle primarie, la cinepresa di Leacock osserva Kennedy mentre attende i risultati nella sua suite in compagnia di famigliari e colleghi. “Abbiamo colto la situazione”, mi disse Leacock, “la sensazione di esserci”.
Quando il documentario fu completato, Drew sperava di venderlo a un canale televisivo nazionale, ma nessuno lo accettò. Il materiale, della durata di un’ora, fu accorciato a ventisei minuti e venduto a emittenti locali del gruppo Time, ma solo dopo che Kennedy ebbe sconfitto Richard Nixon alle elezioni. Malgrado la scarsa distribuzione del film, Kennedy ne era rimasto colpito. Drew, incoraggiato, fece una proposta ancora più audace: seguire il presidente all’interno della Casa Bianca durante una crisi. A Kennedy l’idea piacque. Subito dopo l’insediamento, il presidente invitò Drew per una due giorni di riprese nello Studio Ovale. Il materiale, usato nel programma della ABC Adventures on the New Frontier nel 1961, non rivelava nulla di inedito. Ma servì come test per dissipare i dubbi di Kennedy sulla presenza di macchine da presa alla Casa Bianca. Nella primavera del 1963 i giornali iniziarono a parlare di una nuova crisi in corso. Un tribunale federale aveva ordinato all’Università dell’Alabama di accettare l’iscrizione di due studenti neri. Il governatore George Wallace minacciò di opporsi fisicamente al loro ingresso. Gregory Shuker capì che l’Alabama poteva diventare un punto caldo per la lotta a difesa dei diritti civili. Ottenne dal ministro della Giustizia Robert Kennedy il permesso di seguire la vicenda all’interno del ministero della Giustizia, accompagnato da Pennebaker in veste di operatore. La Casa Bianca li lasciò assistere alle discussioni nello Studio Ovale, a condizione che l’amministrazione potesse vedere il film prima della diffusione e tagliare i dialoghi che avrebbero potuto danneggiare la presidenza. In Alabama, Leacock e James Lipscomb ebbero il compito di seguire Nicholas Katzenbach (il vice ministro della Giustizia) e il governatore Wallace, mentre Hope Ryden e l’operatore Abbot Mills si concentrarono sugli studenti neri, Vivian Malone e James Hood.
Crisis: Behind a Presidential Commitment, girato nel giugno del 1963, ricorre alla tecnica del montaggio incrociato per produrre una crescente sensazione di suspense: mentre Wallace tesse le lodi degli eroi confederati, il ministro della Giustizia considera l’intervento della Guardia Nazionale, la NAACP avvisa gli studenti di possibili pericoli, i consiglieri del presidente calcolano le ricadute politiche e Katzenbach dà istruzione agli sceriffi federali di proteggere gli studenti “con qualsiasi mezzo”. Wallace rimase fermo sulle sue posizioni fino all’arrivo di un centinaio di soldati, e a quel punto gli studenti poterono iscriversi. Quella sera, Kennedy tenne il suo discorso più importante sui diritti civili, nel quale parlò di ‘questione morale’ e sollecitò il Congresso a prendere un impegno a livello legislativo.
Nei tre anni intercorsi tra Primary e Crisis i registi avevano fatto enormi progressi, sia dal punto di vista della tecnologia, sia da quello dell’esperienza. In Primary, la tecnica di registrazione del suono in sincrono era ancora primitiva. Con Crisis poterono disporre di un registratore Nagra, elaborato nel 1958 dal tecnico polacco Stefan Kudelski, e sincronizzarono il suono con la velocità del film usando un orologio Bulova Accutron, per cui macchina da presa e magnetofono non dovevano più essere collegati via cavo. Nell’ottobre del 1963 l’ABC mandò in onda Crisis, tra animati dibattiti su ciò che oggi chiamiamo ‘tele-realtà’. Un mese dopo Kennedy fu assassinato, e i media discussero sull’opportunità di effettuare riprese all’interno della Casa Bianca. Nessuna troupe esterna ebbe più accesso allo Studio Ovale. Il presidente di ABC News Elmer Lower commissionò a Drew un film sul funerale di Kennedy, il poetico Faces of November. Ma la rete non aveva posto per un documentario di dodici minuti. Secondo Drew, fu solo quando Faces fu premiato al Festival di Venezia che un telegiornale ne mandò in onda un estratto.
C’è un momento, in Primary, nel quale Drew entra nell’inquadratura. Possiamo vederlo, con i suoi folti capelli neri, mentre punta un microfono direzionale verso Humphrey e controlla le attrezzature con un’espressione assorta. Quando rivedo quella manciata di secondi riesco a scorgere sul suo volto un lieve sorriso. Forse è una semplice espressione di cortesia. O forse in quel momento Drew sa che non sta semplicemente registrando la storia, la sta facendo.
Thom Powers
Info sullaProiezione
Sottotitoli
Versione originale con sottotitoli
Modalità di ingresso
PRIMARY
Versione inglese
ADVENTURES ON THE NEW FRONTIERS
Versione inglese
CRISIS: BEHIND A PRESIDENTIAL COMMITMENT
Versione inglese
FACES OF NOVEMBER
Versione inglese
Se ti piace questo, ti suggeriamo anche:
16:00
VOYAGE À TRAVERS LE CINÉMA FRANÇAIS
VOYAGE À TRAVERS LE CINÉMA FRANÇAIS
Bertrand Tavernier, in presenza dei produttori Jérôme Seydoux (Pathé) e Nicolas Seydoux (Gaumont)
18:00
EL HOMBRE QUE QUISO SER SEGUNDO
EL HOMBRE QUE QUISO SER SEGUNDO
Ramón Alós, la produttrice Livia Cortese e l’attore Enrico Vecchi
21:45
Cinema Lumière - Sala Scorsese
NATURAL RESISTANCE
NATURAL RESISTANCE
Jonathan Nossiter