Mar

27/06

Cinema Lumière - Sala Scorsese > 18:30

DAS MÄDCHEN DER STRASSE

Augusto Genina
Accompagnamento al piano di

Antonio Coppola

Info sulla
Proiezione

Martedì 27/06/2017
18:30

Sottotitoli

Versione originale con sottotitoli

Modalità di ingresso

Tariffe del Festival

DAS MÄDCHEN DER STRASSE

Scheda Film

È il penultimo degli otto film che Augusto Genina costruisce intorno a Carmen Boni, adorabile garçonne con un’eco pregressa della Louise Brooks che il regista presto incontrerà in Prix de beauté (a testimoniare la sua fedeltà autoriale a un certo tipo divistico). Film di produzione tedesca, del periodo in cui Genina ripara in Germania per sopravvivere al crollo dell’UCI e alla rovina degli stabilimenti italiani; forse conseguentemente, film di intenzione anche turistica, come già chiariscono i titoli di testa: “Questa deliziosa commedia si ambienta nella magnifica Roma e nei suoi dintorni”. Piazza del Popolo, Trinità dei Monti, Castel Sant’Angelo, via Nazionale, il palazzo patrizio del conte Bertini sono i landmark di una città illustrata che la fotografia, prodigiosamente sensibile alle variazioni atmosferiche, restituisce in tutte le sue luci. Deliziosa commedia, appunto: se gli stracci, l’irruenza, i capelli scomposti e sforbiciati di Carmen Boni evocano icone neorealiste (per non dire di un cameracar sulla corsa a perdifiato di lei, dietro un taxi che porta via l’ingegnere), l’orizzonte pare piuttosto quello della coeva commedia americana, nella sua variante poveristico-fiabesca. Certamente è di aiuto il teatro borghese di Niccodemi, teatro di costruzioni artificiali e soluzioni fulminanti, al quale il cinema italiano attinge generosamente lungo tutti gli anni Venti e Trenta. Ma quanto a controllo della messa in scena, uso funzionale di spazi interni ed esterni, attenzione al décor e capacità di climax romantico (uno dei finali più nitidi, economici e compiuti del cinema italiano muto: che la critica d’epoca non mancò di contestare, perché non fedele alla pièce), Genina non sembra qui molto lontano dal Frank Borzage degli stessi anni: solo Livio Pavanelli, che forse s’era illanguidito troppo a lungo tra le braccia di Lyda Borelli, non è certo un James Farrell e non pare in grado di sostenere i nuovi ritmi. Prelubitschiana, e molto elegante, la carrellata lungo il pranzo di gala, che con impercettibile dissolvenza stringe e ci conduce sui profili accostati dell’ingegnere e della contessa Andrée. Nota a margine: Carl Goetz, straordinario Schilgolch nella Lulu di Pabst, interpreta il ruolo del maestro.

Paola Cristalli, “Cinegrafie”, n. 20, 1994, versione aggiornata dall’autrice

Cast and Credits

Sog.: liberamente tratto dalla pièce Scampolo di Dario Niccodemi. Scen.: Augusto Genina. F.: Axel Graatkjaer, Vittore Armenise. Scgf.: Hans Sohnle, Otto Erdmann. Mus.: Hansheinrich Dransmann. Int.: Carmen Boni (Scampolo), Livio Pavanelli (Tito), Lya Christy (Franca), Hans Junkermann (Bertini), Carla Bartheel, Max Schreck, Carl Goetz (il maestro), Karl Platen. Prod.: Nero Film AG. 35mm. L.: 2119 m (incompleto, l. orig.: 2652 m). D.: 85’ a 22 f/s. Bn.