Sab
25/06
Cinema Jolly > 16:00
Contras’ City / BADOU BOY
Cecilia Cenciarelli e Elena Correra
Info sullaProiezione
Sottotitoli
Versione originale con sottotitoli
Modalità di ingresso
CONTRAS’ CITY
Scheda Film
Questo restauro fa parte dell’African Film Heritage Project, creato da The Film Foundation, FEPACI e UNESCO – in collaborazione con Cineteca di Bologna – a sostegno del restauro e della diffusione del cinema africano.
Non c’è forse modo migliore per entrare nel mondo di Djibril Diop Mambéty che attraverso Contras’ City, sinfonia di una città che è anche una sorta di film-manifesto. In esso, egli espone in maniera estremamente letterale la teoria del suo cinema e la sua teoria del cinema: “Il cinema è l’arte di rendere il contingente necessario, essenziale, ineluttabile, incontrovertibile”. Roland Barthes l’avrebbe definito “il cinema del punctum”, riconoscibile essenzialmente dallo sguardo irriverente, giocoso e poetico sul reale.
Contras’ City si presenta come un tour impressionistico e dialogico di Dakar, la metropoli del Senegal, in cui Mambéty dipinge le identità contraddittoriamente plurali della città attraverso le sue architetture (di stile coloniale europeo [neo]classico passando per la tradizione islamica), accenna alla sua situazione politica intrappolata tra eredità del colonialismo, neocolonialismo imperante e aspirazioni a una sudditanza emancipata, rivela le sue culture plasmate dalle forze della negritudine, del cristianesimo, dell’Islam e della mondanità moderna, secolare e cosmopolita. Il film è un tour de force cinematografico che come Dakar porta in sé molteplici carte d’identità e pratica allo stesso tempo diversi registri – poesia, osservazione, riflessione, ironia/umorismo/comicità, interattività, soggettività, coscienza di classe – riassumendoli in un film-saggio.
Aboubakar Sanogo
Cast and Credits
Scen.: Djibril Diop Mambéty. M.: Jean-Bernard Bonis, Marino Rio. Mus.: Djimbo Kouyaté. Int.: Inge Hirschnitz, Djibril Diop Mambéty. Prod.: Kankourama. DCP. Col.
BADOU BOY
Scheda Film
Questo restauro fa parte dell’African Film Heritage Project, creato da The Film Foundation, FEPACI e UNESCO – in collaborazione con Cineteca di Bologna – a sostegno del restauro e della diffusione del cinema africano.
A meno di due anni dal suo cortometraggio d’esordio, Djibril Diop Mambéty (1945-1988) torna nelle strade di Dakar. Lo fa con lo stesso piglio sarcastico mettendo in scena un ‘guardie e ladri’ subsahariano dal profumo chapliniano: “Questo monello di strada privo di una vera morale mi assomiglia moltissimo”, dirà. A differenza di una precedente versione del film girata in bianco e nero cinque anni prima, qui Mambéty dipinge la sua storia con colori saturi e sontuosi, che da questo momento in poi saranno al centro della sua cifra stilistica esplosiva e visionaria.
Bastano pochi minuti di Badou Boy per cogliere la portata del talento di Mambéty. È evidente che alla sua seconda prova dietro la macchina da presa Djbril – l’extraterrestre, l’anarchico, il poeta, la “cometa più bella del nuovo cinema africano” – avesse ben chiara una sua personale idea di cinema. A cominciare dai titoli di testa, scanditi dalla musica ipnotica di Lato Dramé, in cui lo vediamo, tra un ciak e l’altro, dirigere la troupe, svelando la finzione prima ancora che la storia abbia inizio. “Faccio film per mentire” – risponderà a un giornalista di “Libération” – “per rivelare la verità attraverso l’illusione”.
La verità di Mambéty è nelle strade di Kolobane, in un Senegal finalmente indipendente ma già preso negli artigli della corruzione e della neocolonizzazione; nella camminata sbilenca dei vagabondi, nelle profezie dei griot, nelle fogne a cielo aperto, nelle casupole di lamiera e nell’orgogliosa, imperitura vitalità della gente comune.
L’illusione è per lui, fin da bambino, sinonimo di cinema. Dalla passione per le ombre cinesi ai film origliati fuori dai cinema – melodrammi egiziani, western, musical indiani… Un miscuglio di rumori, idiomi e musica a partire dai quali la sua immaginazione creava nuove storie. L’esplorazione e la sperimentazione sonora sono tra gli elementi più personali e originali del cinema di Mambéty. In Badou Boy, sfrutta i limiti imposti dalla tecnologia per inventare una colonna sonora spesso in conflitto con le immagini. Uno spazio acustico che sviluppa una seconda narrazione, con effetti straordinariamente comici e surreali.
Cecilia Cenciarelli
Cast and Credits
Scen.: Djibril Diop Mambéty. F.: Baidy Sow. M.: Andree Blanchard. Mus.: Lato Dramé. Int.: Lamine Ba (Badou Boy), Al Demba Ciss (il brigadiere Al), Christoph Colomb (un amico), Aziz Diop Mambéty (il proprietario). DCP. Col.
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