Mer
28/06
Cinema Lumière - Sala Officinema/Mastroianni > 16:15
ALEXANDRE PROMIO: Così vicino, così lontano / IL CORPUS AFRICANO DEI LUMIÈRE
Mariann Lewinsky e Aboubakar Sanogo
Donald Sosin e alla batteria di Frank Bockius
ALEXANDRE PROMIO I: DUE PROGRAMMI FREE-STYLE
Dovrebbero chiamarsi film Promio, non film Lumière! “Non c’è dubbio che almeno un terzo delle vues del catalogo Lumière siano sue” (Catalogue Lumière, 1995). Per chi s’interessa alle statistiche: dei 1428 titoli del catalogo Lumière circa 800 restano senza attribuzione, 350 sono attribuiti ad Alexandre Promio, 34 a Louis Lumière, e solo una ad Auguste Lumière.
Alexandre Promio (1868-1926) cominciò a lavorare per i Lumière il 1° marzo 1896. Incaricato di dirigere il dipartimento fotografico, addestrò gli operatori che poi sarebbero andati in giro per il mondo; lui stesso viaggiò per la maggior parte del 1897. Mentre i primi film Lumière (i più famosi), girati da Louis, emanano una spensieratezza da giorno di festa, tra amici, bambini e animali che giocano, le vedute di Promio sono avventure visive nella velocità, nella luce e nell’ombra, nella profondità, nella composizione, nel movimento. I due programmi presentano soprattutto di film di Promio, molti girati da treni e barche in movimento. Per contrappunto, il primo programma include quattro sketches, il secondo quattro danze Ashanti.
Mariann Lewinsky
IL CORPUS AFRICANO DEI LUMIÈRE, O L’INGRESSO ‘REGALE’ DELL’AFRICA NEL CINEMA
Cominciamo con le domande: cosa significherebbe scrivere la storia del cinema dal punto di vista di coloro con cui esso si è mostrato a lungo inclemente? Cosa significherebbe rivisitare la storia del cinema partendo dall’Africa? Sottolineerebbe forse il fondamentale relativismo della storiografia cinematografica? Metterebbe in luce una pretesa e un’aspirazione all’universalismo? Un gesto simile aprirebbe la possibilità di dire qualcosa di nuovo? Sui Lumière? Sul ruolo dell’Africa nel cinema?
Vi invitiamo a riflettere con noi su queste domande attraverso il programma selezionato dal corpus africano dei Lumière, un centinaio di vedute prodotte dai fratelli Lumière in Africa e sull’Africa nei primi anni del cinematografo (1896, 1897 e 1903), quando mandarono i loro operatori in Francia, in Europa e nel resto del mondo a diffondere il ‘Vangelo secondo il Cinématographe’.
Il corpus africano dei Lumière consisteva principalmente in due generi fondamentali: il travelogue (con relativi sottogeneri) e il menimal, che è al contempo un genere, una modalità di ripresa e un codice visivo. Queste due categorie sono in perfetta sintonia con i due programmi Lumière che proponiamo alla vostra attenzione per celebrare la relazione del Cinématographe con l’Africa nel 1897, e cioè I travelogue egiziani di Alexandre Promio e Menimal: filmare gli ‘Ashanti’ a Lione.
John Grierson disse: “Il documentario è per me un insieme di capitoli fondamentali. Il primo capitolo è naturalmente il travelogue”. Uno dei maestri del genere fu senz’altro Alexandre Promio, il più prolifico operatore Lumière, che girò la maggior parte delle vedute Lumière sul continente africano, in Algeria, in Tunisia e in Egitto. Durante il suo soggiorno egiziano contribuì alla creazione del cine-orientalismo, onorò le tradizioni del cinema ‘embedded’ e ‘ufficiale’ dei Lumière e sperimentò con il linguaggio cinematografico attraverso l’esplorazione della profondità dell’immagine, della narratività cinematografica e della temporalità filmica.
Nel genere/modalità/regime visivo menimal i confini tra mondo umano e mondo animale sono sfumati; uomini e animali sono collocati sullo stesso continuum, ove i secondi vengono messi in primo piano a scapito dei primi. Questa importante categoria del corpus Lumière tocca il suo punto più alto nelle vedute del ‘villaggio Ashanti’ ricreato nel parco dell’Esposizione di Lione, girate tra il 17 aprile e il 20 luglio 1897. In esse, gli argomenti pseudoscientifici e la gerarchizzazione razziale, inseriti in una tradizione dello spettacolo di massa fanaticamente dedita all’esibizione e al commercio dell’alterità, cospirano con il Cinématographe per produrre immagini in movimento che contribuiscano a convincere il pubblico europeo della necessità e della desiderabilità dei progetti coloniali, proteggendolo al contempo dal sovraccarico sensoriale di una modernità irrequieta e velocissima che minaccia di far tremare il terreno sotto i piedi. E intanto si creano immagini da incubo (images-cauchemar) che ancor oggi ossessionano molti spettatori e registi africani.
Aboubakar Sanogo
Info sullaProiezione
Sottotitoli
Versione originale con traduzione simultanea in cuffia
Modalità di ingresso
13e Hussards: charge
Arrivée du roi à l’exposition
Une partie de lawn-tennis, II
La Reine arrivant de Windsor
La Foule suivant le cortège
Panorama pris du chemin de fer électrique, I
Nègres Achantis: danse d’hommes
Panorama pris du chemin de fer électrique, III
Panorama pris du chemin de fer électrique, IV
Panorama pris du chemin de fer électrique, II
Panorama de la ville pris d’un bateau
Repas des négrillons, I
Repas de négrillons II
Toilette d’un négrillon, I
Toilette d’un négrillon, II
École des négrillons
Danse de jeunes filles
Récréation des négrillons
Nègres Achantis: leçon de danse
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