Gio
26/06
Cinema Modernissimo > 16:00
A HISTORY OF VIOLENCE
A seguire incontro con Peter Suschitzky (DoP del film) e Lee Kline
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Versione originale con sottotitoli
Modalità di ingresso
A HISTORY OF VIOLENCE
Scheda Film
Prologo. Due giovinastri sostano in auto davanti a un motel. Uno dei due va a “saldare il conto”, poi torna (“Ho avuto un problema con la cameriera”). Il secondo rientra per procurarsi acqua per il viaggio. Sangue sul bancone, il cadavere della cameriera sul pavimento. Appare una bambina: l’uomo semplicemente le spara. (Fine del piano-sequenza.) Un’altra bambina lancia un urlo: “Ho visto i mostri”. Il padre, Tom Stall, la rassicura: “Non esistono i mostri, hai fatto un brutto sogno”. È solo un sogno. Il piano-sequenza è dunque l’incubo della bambina? E i mostri, esistono i mostri? Indecidibile. Con questo tratto onirico inizia A History of Violence. Il film è ispirato a un graphic novel di John Wagner e Vince Locke (1997). Poco aderente al fumetto, contrae un debito con il genere western (puntualmente con La pistola sepolta, 1956, di Russell Rouse). Dopo La mosca, dopo Spider – in verità da sempre, e anche nel dipoi – A History of Violence aggiunge un’ulteriore stazione alle usuali ossessioni (questioni di Identità e Metamorfosi). Tom Stall non ha un destino diverso da Brandlefly-La mosca, o da Saul Tenser-Crimes of the Future (mutazioni fallite). La violenza è violenza sui corpi, persino nell’amore. Richie: “Quando sogni, dimmi… sei ancora Joey?”. Richie e Joey Cusak sono fratelli. Richie è un boss a Filadelfia; Joey è stato un killer spietato. Ha cambiato nome, ha cambiato vita. Vive in un piccolo paese, gestisce un diner (finalmente senza Edward Hopper), ha una bella moglie e due figli, uno è adolescente, la sorella una bambina biondissima (pare uscita da Il giro di vite). “Un paesaggio idealizzato in modo inquietante: una Twilight Zone” (Cronenberg). Quando i delinquenti del prologo minacciano il suo diner, Tom li sistema con destrezza micidiale. Diventa un local hero. Nessuno in paese sospetta la sua history of violence. Vivere in incognito non risolve le questioni identitarie, non cancella il passato, non sopprime le pulsioni. Inoltre, la violenza è contagiosa (il figlio fucila un mafioso venuto a vendicarsi). Resa dei conti. A Filadelfia, Richie prova a uccidere Joey, ma è Joey a sparargli in testa. (Il tema, biblico, dell’affrontamento tra fratelli risale a Scanners e ritorna con perfezione speculare in Inseparabili.) Sopprimendo il suo doppio malefico, Joey può infine diventare Tom oppure nell’omicidio perpetua il suo ineluttabile destino? Getta la pistola nello stagno. La famiglia si appresta a cenare, muta. Appare Joey. La piccola Sarah aggiunge un posto a tavola.
Michele Canosa
Cast and Credits
Sog.: dalla graphic novel omonima (1997) di John Wagner e Vince Locke. Scen.: Josh Olson. F.: Peter Suschitzky. M.: Ronald Sanders. Scgf.: Carol Spier. Mus.: Howard Shore. Int.: Viggo Mortensen (Tom Stall/Joey Cusak), Maria Bello (Edie Stall), Ed Harris (Carl Fogarty), William Hurt (Richie Cusack), Ashton Holmes (Jack Stall), Peter MacNeill (sceriffo Sam Carney), Stephen McHattie (Leland), Greg Bryk (Billy). Prod.: Chris Bender, J.C. Spink per New Line Cinema, BenderSpink. DCP. D.: 96’. Col.
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