PARADŽANOV 1954-1966: RAPSODIA UCRAINA

A cura di Olena Honcharuk e Daniel Bird, in collaborazione con Cecilia Cenciarelli

Pur essendo associato principalmente al Caucaso meridionale, Sergej Paradžanov ha realizzato la maggior parte dei suoi film in Ucraina. Dopo essersi diplomato alla All-Union State Film School (VGIK) di Mosca, è diventato dipendente dello Studio cinematografico Dovženko di Kyiv. Nonostante negli anni della maturità Paradžanov sia stato incline a sminuire i film che precedettero Tini zabutykh predkiv (Le ombre degli avi dimenticati), i quattro lungometraggi e i tre documentari che presentiamo qui ci svelano un regista molto diverso ma non meno affascinante. Questo programma non offre solo l’opportunità di tracciare l’evoluzione creativa di Paradžanov come regista, ma riflette anche la variegata produzione del più grande studio ucraino nell’immediato dopo-Stalin. È qui che, nell’arco di dieci anni, i dettami artistici avrebbero lasciato il posto alla nascita di una scuola informale di cineasti, tra cui figuravano anche dei collaboratori di Paradžanov come Jurij Illienko e Leonid Osyka. Questi si rifacevano apertamente al cinema ucraino degli anni Venti, esprimendo al contempo una sensibilità apertamente poetica, persino uno spirito nazionale, che influenzò i cinema delle repubbliche sovietiche non russe e non solo.
Sebbene questo corpus di opere differisca notevolmente dai film successivi di Paradžanov, figurano già alcuni aspetti tematicamente coerenti: una predisposizione verso la cultura popolare, il melodramma e il musical, un’avversione per il realismo e, soprattutto, uno stile appariscente ed esuberante. Realizzato all’inizio del mandato di Brežnev, Tini zabutykh predkiv segnò non solo l’emergere del Paradžanov autore, ma anche la fine del suo periodo ucraino. Uno dei motivi fu la censura di quello che doveva essere il seguito del film: Kyivs’ki fresky (Affreschi di Kyiv). In quest’opera, di cui sopravvivono solo dei test, Paradžanov accentua l’elemento poetico in modo formalmente audace. Il film segna sia l’inizio dell’estetica matura di Paradžanov, sia il culmine di un periodo decennale di sperimentazione creativa a cavallo tra generi, registri e stili.
Oltre a un nuovissimo restauro, a delle rare copie d’archivio in 35mm e alla scansione 4K di negativi originali di tre dei suoi film, questo programma rivela, nell’anno del centenario della nascita di Paradžanov, l’emergere della sua voce creativa e poetica. Un omaggio ancora più significativo durante la guerra con la Russia, quando le perdite umane, territoriali e culturali si susseguono senza sosta. Oggi l’Ucraina non può più permettersi di perdere il proprio patrimonio. Questo programma va oltre il suo scopo immediato e mira a preservare l’arte di Paradžanov e le sue radici nazionali e culturali. È grazie a lui che il cinema ucraino ha riconquistato il riconoscimento internazionale dopo quasi trent’anni.

Daniel Bird e Olena Honcharuk

Il Oleksandr Dovzhenko National Centre desidera ringraziare Łukasz Ceranka (Fixafilm), The Film Foundation, la Cineteca di Bologna e gli Archivi Gaumont-Pathé per il loro prezioso supporto.

Programma