Mr Capra goes to town
l nostro “nome sopra il titolo” di quest’anno è quello di Frank Capra, uno degli italo- americani che ce l’ha fatta. Di origine siciliana, Capra divenne uno dei più premiati e ammirati registi americani degli anni Trenta. Poco più che trentenne, riuscì in quel decennio a costruire immagini e personaggi, come Mr. Deeds o Mr. Smith, che restano ancora vivi nella nostra memoria, tetragoni a qualsiasi successiva parodia o versione ironica. In seguito, la serie Why We Fight (di cui Capra è stato produttore esecutivo) e La vita è meravigliosa non fecero altro che confermare la sua leggenda.
Ma non è di questo che ci occupiamo oggi. Siamo orgogliosi di presentare numerosi film del suo periodo muto. Una produzione incredibilmente poco conosciuta dalle giovani generazioni e anche poco frequentata dagli esperti del settore, se si eccettuano le commedie realizzate assieme al sublime Harry Langdon, film che, secondo alcuni specialisti, costituiscono il nucleo filosofico più profondo della commedia dell’epoca del muto (almeno in quei pochi casi in cui i due artisti collaborarono tra loro senza riserve). Un gruppo di tredici film (più tre corti per cui Capra fu solo sceneggiatore) compiutamente e totalmente affascinanti: il frutto di un genio della commedia, attento osservatore dei costumi. Il Capra della maturità è già tutto qui e senza l’intralcio del messaggio morale che segnerà i suoi successivi film a tesi.
A questi s’aggiungono i suoi scoppiettanti e originali (e parimenti poco noti) primi approcci al sonoro che culmineranno in capolavori come La follia della metropoli, La donna di platino e L’amaro tè del generale Yen. Non ancora la tipica America profonda, ma già la stessa precisa visione d’insieme e senza la pretenziosità di alcuni suoi film seguenti (per quanto belli siano) come Orizzonte perduto. Un viaggio emozionante in cui ciascuno potrà decidere quale sia il film che meglio prelude al Capra della maturità. Magari Luci del circo o Dirigibile o anche La follia della metropoli (il cui titolo originale, American Madness, assume echi sinistri se pensiamo all’attuale situazione internazionale). O anche uno dei primi fantastici film con Barbara Stanwyck, all’epoca in cui lei e Capra erano legati sentimentalmente. Personalmente, i miei favoriti sono L’amaro tè del generale Yen e La donna del miracolo, una sorta di variante di Elmer Gantry di Sinclair Lewis in cui la Stanwyck s’impegna nel ruolo di un’affascinante predicatrice, sulla falsariga del personaggio reale di Aimee Semple McPherson. E, se non questi, allora Femmine di lusso che spinse Richard Schickel all’epoca a descrivere Capra come un personaggio di un romanzo di Dos Passos: “un giovane che se ne va per la sua strada, rapido ma non abbastanza, lontano ma non abbastanza (…) la testa piena di vorticosi desideri (…)”.
(Peter von Bagh)
Programma a cura di Grover Crisp, Rita Belda (Sony Columbia) e Guy Borlée con la consulenza di Joseph McBride