Ven
28/08
Cinema Odeon > 21:00
YOUNG MR. LINCOLN
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YOUNG MR. LINCOLN
Scheda Film
Fonda era solito raccontare un episodio che contribuisce a spiegare la longevità di Young Mr. Lincoln: “Non conoscevo Ford. Conoscevo i suoi film e gironzolavo sul set quando girava Ombre rosse. Me ne stavo lì davanti alla sua scrivania come un sottufficiale con il cappello bianco in mano, e lui era l’ammiraglio. Le sue parole suonarono all’incirca cosi: ‘Cos’è ‘sta stronzata che non vuoi interpretare Lincoln? Credi che sia quel cazzo di Presidente? È un giovane e inesperto avvocato di Springfield, Cristo santo’. Ed è così che mi minacciò e mi convinse”. L’ultima volta che la democrazia ha rischiato di morire, il cinema e la radio erano i social network di riferimento. Giunto al suo apice quale forma d’arte popolare, il cinema di Hollywood ebbe il compito storico di promuovere e aggiornare il mito democratico. Uscito a soli due mesi dal pessimistico Let Us Live, il Lincoln di Ford e Fonda raggiunse questo obiettivo, e lo trascese. Il film rimane oggi inestimabile non solo per la passione che suscita in ammiratori e scettici (si vedano le lodi cantate da Sergej Ėjzenštejn nel 1945 e la critica dei “Cahiers du cinéma” nel 1970) o perché lo stesso Ford lo mise sempre tra i suoi preferiti. È amato perché vive, nei concreti dettagli cinematografici e nella danza dialettica tra corpo e mente, natura e legge, ricordo e premonizione. Geoffrey O’Brien ha evidenziato “l’abilità mercuriale” di Ford, la sua capacità di “essere in due luoghi contemporaneamente. Nel suo mostrare al contempo una radiosa sincerità e la subdola sottigliezza di un imbroglione, il Lincoln di Ford è l’immagine speculare del regista”. Immagine ulteriormente rispecchiata dalla “straordinaria interpretazione di Fonda. […] La sua collocazione nello spazio, la sua distanza relativa da coloro che lo circondano e la sua dose di agio o disagio sono punti di riferimento costanti. Non riusciamo a togliergli gli occhi di dosso, eppure a momenti quasi scompare nella massa. La sua maturazione politica, quando affronta la folla che vuole linciare i suoi clienti, è compensata dai momenti in cui prende le distanze e guarda lontano o dentro di sé. Ogni punto di contatto e ogni perdita di contatto sono registrati con un’ipersensibilità elettrica, non da ultimo in scene che paiono immerse in una quiete pastorale”.
Alexander Horwath
Cast and Credits
Scen.: Lamar Trotti. F.: Arthur Miller, Bert Glennon. M.: Walter Thompson. Scgf.: Richard Day, Mark-Lee Kirk. Int.: Henry Fonda (Abraham Lincoln), Alice Brady (Abigail Clay), Marjorie Weaver (Mary Todd), Arleen Whelan (Hannah Clay), Eddie Collins (Efe Turner), Pauline Moore (Ann Rutledge), Richard Cromwell (Matt Clay), Donald Meek (John Felder), Judith Dickens (Carrie Sue), Eddie Quillan (Adam Clay). Prod.: Kenneth Macgowan, Darryl F. Zanuck per 20th Century-Fox Film Corp. DCP. D.: 100’. Bn.
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