Mer
27/06
Cinema Arlecchino > 21:30
WHAT EVER HAPPENED TO BABY JANE?
Kathryn Sermak, assistente di Bette Davis
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Sottotitoli
Versione originale con sottotitoli
Modalità di ingresso
WHAT EVER HAPPENED TO BABY JANE?
Scheda Film
Naturalmente a richiamare l’attenzione nel 1962 fu l’invenzione da parte di Robert Aldrich del ‘Grande Dame Guignol’, che continua ancor oggi a esercitare il suo fascino come dimostra la miniserie televisiva di Ryan Murphy Feud: Bette and Joan (2017) ricamando sulla lavorazione di What Ever Happened to Baby Jane?. In un sol colpo, il film riattivò e rivitalizzò le carriere di Bette Davis e Joan Crawford e inaugurò una nuova serie di ruoli per star mature. Giocando sull’impressione che Davis e Crawford non fossero semplicemente rivali ma davvero reciprocamente ostili nella vita reale, il film si costruì una reputazione scandalosa. Come osservò Aldrich in un’intervista del 1974, “Il pubblico ha l’impressione di essere addentro ai segreti che circondano le figure di Crawford e Davis nella vita reale”.
Ad Aldrich serviva un successo dopo il disastro di Sodoma e Gomorra, e non c’è dubbio che Baby Jane gli servisse a riattivare e rivitalizzare anche la propria, di carriera. Con il senno di poi, però, il film rientra in una serie di suoi film su Hollywood iniziata con Il grande coltello (1955) e conclusasi con Quando muore una stella (1968). Questi film rivelano scarso interesse per i pettegolezzi alla Hollywood Babilonia, ma come Viale del tramonto di Wilder insinuano che la dipendenza hollywoodiana dalle fantasie egocentriche possa rivelarsi profondamente nefasta. (I deliri e le manie di Baby Jane Hudson discendono chiaramente da quelli di Gloria Swanson nel film di Wilder). Aldrich reagiva però anche al recente impatto di Psycho (1960) di Hitchcock su Hollywood. La fotografia in bianco e nero e gli shock visivi e narrativi, come la scena del topo e quella dell’omicidio, sono ovviamente idee post-Psycho; lo stesso vale per l’insistenza sull’immagine delle scale nella vecchia casa di Hollywood e per l’uso delle panoramiche dall’alto nei momenti di isteria. Aldrich sa bene che la rivelazione nel finale a sorpresa è forzata (viene dal romanzo di Farrell), ma riesce a trasformarla in un momento caratteristico della sua produzione migliore: l’azione che ruota attorno ai gelati e le prosaiche battute dei poliziotti sono puro Aldrich.
Tony Rayns
Cast and Credits
Sog.: dal romanzo omonimo di Henry Farrell. Scen.: Lukas Heller. F.: Ernest Haller. M.: Michael Luciano. Scgf.: William Glasgow. Mus.: Frank DeVol. Int.: Bette Davis (Baby Jane Hudson), Joan Crawford (Blanche Hudson), Maidie Norman (Elvira Stitt), Victor Buono (Edwin Flagg), Anna Lee (signora Bates), Marjorie Bennett (Dehlia Flagg), Julie Allred (Baby Jane da giovane), Gina Gillespie (Blanche da giovane). Prod.: Robert Aldrich Associates & Aldrich Co., Inc. (Seven Arts Pictures Production). DCP. D.: 132’. Bn.
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