Ven
27/06
Cinema Lumière - Sala Officinema/Mastroianni > 16:00
Ritrovati&Restaurati: URSUS/L’Île de Capri/Max boxeur par amour e altro ancora…
Elif Rongen-Kaynakçı e Andrea Meneghell
Maud Nelissen
Info sullaProiezione
Sottotitoli
Versione originale con sottotitoli
Modalità di ingresso
MISS HARRY’S FEMME SERPENT
Scheda Film
Miss Harry si esibisce in un ipnotico numero di contorsionismo. Il suo corpo si piega e si torce con grazia innaturale, fasciato da un abito scintillante che luccica sotto i riflettori e imita la superficie liscia e sinuosa di un serpente. Il costume ha un forte valore simbolico, rievocando il serpente biblico che tentò Eva con il frutto proibito dando inizio alla caduta dell’umanità dalla grazia divina. L’allusione carica la performance di Miss Harry di un sottotesto di seduzione e pericolo, come se fosse lei stessa il serpente che offre al pubblico conoscenza o piacere proibiti. La stretta piattaforma sospesa a diversi metri da terra amplifica la sensazione di pericolo: un solo passo falso e l’illusione di un controllo perfetto potrebbe infrangersi. La combinazione di posizione precaria, movimenti sinuosi e simbolismo provocatorio del costume da serpente crea uno spettacolo sotteso tanto di tensione erotica quanto di abilita fisica. Il pubblico rimane sospeso tra stupore e inquietudine, diviso tra l’ammirazione per la sua arte e il disagio primordiale suscitato dall’immaginario serpentesco.
A oltre trent’anni da un primo restauro analogico che aveva smorzato la gamma cromatica rendendo i toni spenti e riducendone l’intensità, la vivace palette Pathécolor è stata riportata in vita grazie al restauro digitale, restituendo le tonalità ricche e sature del nitrato originale che un tempo aveva stregato gli spettatori.
Bruno Mestdagh
Cast and Credits
Prod.: Pathé Frères (scène d’acrobaties, n. 4076). DCP. D.: 3’. Col. (pochoir / stencil-coloured).
MAX BOXEUR PAR AMOUR
Scheda Film
La boxe diventa molto presto un tema di grande richiamo, capace di attirare un vasto pubblico. L’atleta si trasforma in eroe cinematografico e star. Il fascino che esercita è testimoniato dai reportage filmati, come The Leonard- Cushing Fight (1894) di W.K.L. Dickson o The Johnson-Jeffries Fight (1910). Nel 1912, anno olimpico, Max Linder diventa un atleta in tre titoli: Max Linder pratique tous les sports, Max jockey par amour e Max boxeur par amour. In quest’ultimo, trionfa solo grazie a uno stratagemma contro la donna che ama, la figlia del campione Jack Jeffroies (un riferimento a Jim Jeffries?), che accetterà di sposare solo chi riuscirà a sconfiggerla. Per evitare di finire ko come gli altri pretendenti, Max la copre di baci e la pugile finisce per concedergli il suo guanto… e la sua mano. Lo spettacolo della boxe evoca, all’interno della trama amorosa, l’immagine di una sfida moderna in cui la dama non è più una semplice spettatrice, ma una campionessa del ring. Elementi tanto narrativi quanto comici – il conteggio dell’arbitro, l’attrito tra gli atleti tra un round e l’altro, la passione del pubblico e le combinazioni di colpi – riprendono i codici dei grandi incontri popolari rappresentando con umorismo una campagna di seduzione.
Carole Fodor
Cast and Credits
Int.: Max Linder (l’arbitro), Charles de Rochefort (il giovane pugile), Maurice Tourneur (l’avversario). Prod.: Pathe Freres (scenes comiques, n. 5385) DCP. D.: 8’. Bn.
L’ÎLE DE CAPRI
Scheda Film
Il catalogo Pathé-Baby del 1931, al numero 244, sotto la categoria “Voyages”, non ci va leggero: “Capri, perduta nel golfo di Napoli, così spesso cantata per i suoi raggi dorati che si spingono tra gli scorci meravigliosi e selvaggi, è la perla d’Italia. Pathé-Baby vi trasporta in questo Paradiso terrestre, sotto il cielo perennemente azzurro del paese di Dante”. Siamo ormai in piena enfasi da ufficio di promozione turistica. Una delle didascalie del film si spinge oltre, saldando luoghi e persone nella stessa cartolina: “Gli abitanti sono in armonia con il pittoresco dei paesaggi”. Come se fossero lì apposta per soddisfare il nostro anelito al bello sulla via di diventare precotto. Sono promesse che il film mantiene in pieno: meraviglioso e (moderatamente) selvaggio.
Andrea Meneghelli
Cast and Credits
Francia, ca. 1922. DCP. D.: 4’ Bn.
LA PANTOMIMA DELLA MORTE
Scheda Film
Donna colpevole di vivere come le pare ammazzata da maschio imbecille. Potrebbe essere un titolo di giornale da appiccicare a molto cinema muto, soprattutto italiano. Vengono i brividi a pensare che tali fantasie rispecchiassero un sentire sociale reale. Siccome La pantomima della morte ci è sopravvissuto solo in forma di frammento denso e gustoso, vale la pena raccontare brevemente le premesse perdute. La Marchesa (povera mamma) ha due figli: Roberto l’uomo di mondo e Gualtiero il giudizioso. Entrambi si innamorano di Sarah, che fa la cavallerizza in un circo e ha fascino da vendere: siccome è libera, per forza e pure libertina. È anche colpa sua se gli uomini impazziscono, crepano di arresto cardiaco, si sentono in dovere di tirarle una fucilata. Leda Gys, nei panni dell’Amazzone rovinafamiglie, irradia spontaneità e freschezza. Mario Bonnard, che interpreta Roberto, quando non è sbronzo è un grumo di rancore e sofferenza perpetui. Ottimi entrambi. La pantomima del titolo trasforma la pista del circo in un altrove esotico popolato di cammelli, elefanti, arabi vendicativi e figuranti con elmetto coloniale. Leda troneggia splendida in groppa a un pachiderma, precipitando giù con grazia atletica quando le sparano a salve. Finché le pallottole diventano vere, e la morte non è più una pantomima.
Andrea Meneghelli
Cast and Credits
Scen.: Amleto Palermi. F.: Angelo Scalenghe. Int.: Leda Gys (Sarah Lilleblanche), Mario Bonnard (Marchese Roberto Servent), Gian Paolo Rosmino (Marchese Gualtiero Serventi), Maria Caserini-Gasparini (Marchesa Serventi), Suzanne Fabre. Prod.: Caserini Film. 35mm. L.: 438 m (incompleto). D.: 21’ a 18 f/s. Col. (Desmetcolor).
URSUS
Scheda Film
Quando la Polifilms non fa pellicole d’arte, riesce assai bene. Così questo Ursus, che non ha niente da invidiare, come pellicolone d’avventure, a tante consimili di marca americana. Non alludiamo al soggetto, che non deve aver costato gran sciupio di materia grigia al suo autore. Parliamo dell’esecuzione nervosa, svelta e alla brava, quale dev’essere in questo genere, e della parte spettacolo che è interessantissima, per la presenza di un mondo di animali da circo, i quali ne fanno di tutti i colori. Ammiratissimo, fra i cavalli di razza, dromedari e cammelli, cani ecc., il signor Ursus, un elefante cui manca… stavo per dire, la parola, dimenticando che si tratta di un artista muto. Insomma, una pellicola sulla quale non si ragiona, ma alla quale il pubblico accorre e va in brodo di giuggiole.
V., “La vita cinematografica”, 15 agosto 1918
Cast and Credits
F.: Domenico Bazzichelli. Int.: Mary Corwyn, Carlo Ruffini, Lorenzo Soderini. Prod.: Polifilms. DCP. D.: 33’.
PETROLINI DISPERATO PER ECCESSO DI BUON CUORE
Scheda Film
Ettore Petrolini (1884-1936) fu attore, cabarettista, cantante, scrittore e celeberrimo interprete dell’anima romanesca, che rappresentò con una galleria di personaggi entrati nella leggenda come Gastone, Er sor Capanna, Fortunello, Giggi er Bullo, Mustafa, Nerone, ecc. Celebre per le sue interpretazioni, creò numerosi ‘sfottò’ divenuti proverbiali, come le sue filastrocche e le sue canzoni, popolari in tutta Italia. Filippo Tommaso Marinetti vide nella sua comicità dell’assurdo e del nonsense un esempio di comicità futurista e Natalia Ginzburg ne scrisse nel suo Lessico famigliare. Si racconta che, ormai in punto di morte, alle parole del medico che lo trovava ristabilito, Petrolini rispose: “Meno male, cosi moro guarito”. Interpretò due film in epoca muta, entrambi considerati perduti sino a oggi, Petrolini disperato per eccesso di buon cuore, ritrovato dalla Fondation Jérôme Seydoux-Pathé, e Mentre il pubblico ride (1919). Appena apparve il sonoro fu protagonista di tre film, Nerone (1930), di Blasetti, Cortile (1930) e Medico per forza (1931), entrambi di Campogalliani. In Petrolini disperato per eccesso di buon cuore interpreta sé stesso. Nel 1913, a ventinove anni, già artista affermato delle arti performative, Petrolini sperimenta il cinema, senza poter utilizzare la voce, il suo più grande talento. La sua comicità corrosiva, che non risparmia nessuno, riesce comunque a emergere in questa farsa, dove a essere presa di mira è la sua generosità.
Gian Luca Farinelli
Cast and Credits
Prod.: Latium Film. DCP. D.: 9’.
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