Sab
21/06
Auditorium DAMSLab > 16:30
PARADJANOV, LE DERNIER COLLAGE
Émilie Cauquy (La Cinémathèque française) e Ani Hamel
Info sullaProiezione
Sottotitoli
Versione originale con sottotitoli
Modalità di ingresso
PARADJANOV, LE DERNIER COLLAGE
Scheda Film
Quando è stato realizzato il documentario, Paradžanov era morto da cinque anni. Il suo spirito chagalliano aleggiava ancora tra le strade di Erevan e Tbilisi, dove sono state girate queste splendide immagini in bianco e nero. È in quei vicoli che Paradžanov rivive. Il film seguiva di quattro anni la disastrosa caduta del sistema sovietico: un sistema che, tra le tante altre nefandezze, aveva dimostrato la propria insensatezza incarcerando quel concentrato di vitalità e creatività dalla barba ribelle e dallo spirito indomito. Però la voce di Paradžanov sopravvive, e parla con scioltezza il francese. E anche se ci vuole qualche minuto per abituarcisi, l’essenza delle parole – tratte dagli scritti dello stesso Paradžanov – colpisce dritto al cuore. Nel film compaiono diverse figure di rilievo, e tutte risultano più autentiche di quanto ci si aspetti da semplici interviste frontali. Godard soffia una densa nuvola di fumo di sigaro nell’ultima solitaria stanza di Paradžanov e dichiara: “L’uomo non è il creatore del proprio linguaggio; e una creazione di esso”. Ma subito dopo lo santifica, versa acqua benedetta sulla sua testa stempiata e lo proclama creatore del linguaggio attraverso il cinema. Altri interventi includono quello dell’altro grande armeno, Artavazd Pelešjan, che si commuove parlando di una lettera ricevuta cinque mesi dopo la morte di Paradžanov. Paradžanov sapeva vedere l’anima degli oggetti. Galli e galline non apprezzarono forse la fine che fu loro riservata sul set, ma pietre, tappeti, cotone e incisioni su legno si intrecciano come in un antico tappeto persiano appeso al balcone della casa del regista a Erevan. Sugli scalini di quella casa è stato girato il suo ultimo film incompiuto, La confessione, del quale ci vengono mostrati alcuni frammenti. Paradžanov, soggetto di innumerevoli fotografie dall’impeccabile composizione, sfoderava il suo lato comico nei filmini amatoriali, dove non esitava a far balenare un vivace e irridente gesto osceno. Per lui, la regola non scritta sembrava essere: “Tutto tranne il cinema” – il che, paradossalmente, faceva sì che tutto fosse cinema. I suoi film sono inni nudi alla bellezza, con una violenza emotiva in cui i melograni esplodono come granate e macchiano i tessuti armeni con il sangue del poeta. E questo documentario quasi perfetto ne cattura tutta l’essenza.
Ehsan Khoshbakht
Paradjanov, le dernier collage è un documentario creativo dedicato alla vita e all’opera di Sergej Paradžanov. Con il suo stile innovativo, il regista armeno ha creato un cinema sorprendente, profondamente simbolico e intessuto di riferimenti culturali, attraverso un uso vibrante del colore, di elementi folklorici e poetici e un’attenzione meticolosa al suono. Questo commovente documentario svela l’infanzia, i ricordi, i sogni e gli incubi di un autore per il quale vita e opera erano inseparabili. L’amore, la morte, l’esilio, gli amici, Tbilisi, Kiev, Erevan (dove trascorse l’ultima parte della sua vita) costituiscono i sette capitoli della storia di Paradžanov nel suo lungo cammino alla ricerca della poesia e della bellezza. Il film raccoglie le testimonianze di grandi personalità del mondo del cinema (Jean-Luc Godard, Tonino Guerra, Marina Vlady, Robert Hossein, Artavazd Pelešjan…), offrendo un’immersione totale nell’universo creativo di Paradžanov, che invita il grande pubblico a incontrarlo.
Ani Hamel
Cast and Credits
T. alt.: Parajanov. Verjin kolazh. T. int.: Parajanov. The Last Collage. Scen.: Rouben Kévorkiantz, Krikor Hamel, Karékine Zakoyan. M.: Kariné Arakelian, Haĭgouĭ Arakelian. Mus.: Tigrane Mansourian. Prod.: Krikor Hamel, Ani Hamel per Hayk Studio, Kissani-Film, Zhapaven Studio. DCP. D.: 68’. Bn e Col
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