Ven
28/06
Auditorium DAMSLab > 17:10
ON THE BOWERY
Brian Meacham
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Sottotitoli
Versione originale con sottotitoli
Modalità di ingresso
ON THE BOWERY
Scheda Film
Ma la grande sorpresa, la rivelazione della VII Mostra del film documentario e del cortometraggio [di Venezia] è stata On the Bowery, un film a soggetto diretto da Lionel Rogosin, giovane regista dalle notevoli capacità. Qui la macchina da presa nelle mani di Bagley (il regista di The Vigil ), non cede alla tentazione di stilizzare, Rogosin la costringe a scrutare senza posa, implacabilmente, senza tema per la bruttezza umana, il selciato disseminato di cartacce, di rifiuti marci, sui quale vegetano, alcolizzati senza speranza, in questo settore dei tuguri newyorkesi, relitti del genere umano. […] È un film coraggioso, dall’ottima fotografia, dalla sicura regia e dal buon montaggio.
Lotte H. Eisner, Un uomo sulla Bowery, “Cinema Nuovo”, n. 89, 10 settembre 1956
On the Bowery è probabilmente il più bel documentario americano degli anni Cinquanta. Innanzitutto, seguendo l’esempio del suo maestro Flaherty, Rogosin trascorre sei mesi senza macchina da presa nella Bowery, il ghetto dei newyorkesi, per assimilarne gli usi e farsi accettare. Sulla base di queste osservazioni inventa un’esile trama narrativa (tre giorni della vita di un senzatetto ancora giovane, che precipita in questo inferno e forse ne uscirà) che fa interpretare a dilettanti trovati per la strada. L’atto di accusa contro una società che tollera una tale miseria è senza appello. Ma Rogosin rifiuta le prediche e si astiene da ogni giudizio. Attento a captare la vita, scruta i volti, coglie i gesti al volo, inscrive i corpi nell’inospitalità dei luoghi. E alla fine a trionfare è la sua incrollabile fiducia nell’umanità dei suoi personaggi, il rispetto per la loro dignità offesa e la tenerezza nei loro confronti, che non intralcia mai la sua lucidità. […]
John Cassavetes, che aveva le sue buone ragioni per intendersene, in un’intervista del 1969 riconosce in Rogosin “probabilmente il più grande documentarista di tutti i tempi”. A rivedere oggi i suoi film si è tentati di credergli, e soprattutto di vedere in Rogosin l’anello mancante tra il documentario di finzione di Flaherty e la finzione documentaria di Cassavetes.
Jean-Pierre Berthomé, Lionel Rogosin. La caméra comme arme de combat, “Positif ”, n. 610, dicembre 2011
Cast and Credits
Scen.: Richard Bagley, Mark Sufrin, Lionel Rogosin; F.: Richard Bagley. M.: Carl Lerner. Mus.: Charles Mills. Int.: Ray Salyer, Gorman Hendricks, Frank Matthews, George L. Bolton (se stessi). Prod.: Lionel Rogosin. DCP. D.: 66’. Bn.
42ND ST MOVIE
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