Ven
29/06
Cinema Lumière - Sala Officinema/Mastroianni > 14:30
LES DEUX TIMIDES
Robert Byrne e Céline Ruivo
Gabriel Thibaudeau
Info sullaProiezione
Sottotitoli
Versione originale con sottotitoli
Modalità di ingresso
LES DEUX TIMIDES
Scheda Film
Come sempre Pierre Batcheff è il più squisito (ma “Ciné pour tous” ci avvisa che non risponde mai alle lettere, e a nulla vale dichiarargli il nostro amore), poi ci sono corpulente signore che rimproverano mariti dai baffi arricciati perché si soffiano sonoramente il naso durante lo spettacolo, bambini che si divertono a far scoppiare petardi e un topolino getta nello scompiglio un’arringa un poco austera e sonnolenta. Non c’è niente da fare, le piacevoli baraonde prodotte da Alexandre Kamenka e dalla società Albatros alla fine degli anni Venti hanno messo a punto tutta la grammatica del comico à la française, in vigore ancora oggi: adattamento allo schermo di classici della letteratura, prelievo sistematico degli equivoci e delle vite parallele del vaudeville, sfruttamento intensivo della gag e del dialogo fra sordi, bellimbusti impacciati e imbarazzati e bonarie caricature della vita quotidiana.
Les deux timides è il terzo e ultimo film di René Clair per la compagnia dei russi bianchi di Montreuil; Lazare Meerson lavora alla scenografia, Roudakoff alla fotografia, Batton firma gli effetti visivi e la banda Feyder (la moglie Françoise Rosay e Maurice ‘Crainquebille’ de Féraudy) brilla sullo schermo. La collaborazione Clair-Kamenka rimane un caso di scuola storico-sociologico delle relazioni atipiche tra un autore in piena emancipazione e un produttore in evoluzione commerciale. Con una consapevolezza quasi contemporanea, con una nostalgia forse sconcertante per la stampa dell’epoca, René Clair si prende gioco dei cliché visivi del cinema muto con fantasia e tenerezza, e realizza un film al tempo stesso parodico e leggero, insieme opera ‘d’anteguerra’ e manifesto d’avanguardia: comico di situazione, chanson de gestes, corse e inseguimenti, agguati e banditi mascherati, romanticismo introverso, miserie igieniste, interventi surrealisti (fermo immagine, flashback, sovrimpressione, split-screen e l’inattesa strizzata d’occhio a Gance, con il trittico domestico finale).
Soprattutto, nessuna didascalia superflua o verbosa, le immagini parlano da sole: meraviglioso ingegno e siderante modernità di scene che non possono esistere se non grazie al medium che è il cinema muto. Estrema audacia, il film esce in esclusiva al Vieux-Colombier nel marzo 1929.
Émilie Cauquy
Cast and Credits
Sog.: dall’omonima pièce di Eugène Labiche e Marc-Michel. Scen.: M.: René Clair. F.: Robert Batton, Nicolas Roudakoff. Scgf.: Lazare Meerson. Int.: Maurice de Féraudy (Thibaudier), Pierre Batcheff (Jules Frémissin), Véra Flory (Cécile), Jim Graéld (Anatole Garadoux), Françoise Rosay (la zia di Jules), Yvette Andréyor (Madame Garadoux), Louis Préfils (il cugino Garadoux), Anna Lefeuvrier (la cugina Garadoux), Madeleine Guitty (Annette), Léon Larive (il cugino Thibautier), Odette Talazac (la cantante). Prod.: Alexandre Kamenka per Films Albatros, Sequana Films. DCP. D.: 77’. Imbibito e virato.
/ █ Da: française █
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