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29/06
Cinema Modernissimo > 11:15
LA FINESTRA SUL LUNA PARK / Bambini in città
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LA FINESTRA SUL LUNA PARK
Scheda Film
Insuccesso di pubblico alla sua uscita, La finestra sul Luna Park è uno dei capolavori segreti del cinema italiano degli anni Cinquanta e il film più personale di Comencini nel decennio. Aldo, operaio emigrato all’estero, torna a casa dopo la morte della moglie e deve ricostruire il rapporto col figlio Mario, il quale in sua assenza ha trovato un sostituto in una figura opposta, Righetto, sottoproletario mite e fragile (personaggio che richiama, anche per via della voce del doppiatore Stefano Sibaldi, il Matto de La Strada di Fellini, altro fool che manda in crisi un maschio- bruto). Righetto vive alla giornata, ma è capace di riversare sul bambinoun affetto che questi non trova altrove (“Quel poco che guadagno mi basta”, dice, “Perché dovrei lavorare privandomi del tempo che posso trascorrere con Mario?”). Sarà proprio la visione di questo altro modello di affettività ad aprire gli occhi ad Aldo, personaggio che ricorda il protagonista di un film dello stesso anno, Il grido di Antonioni, ed è interpretato dall’attore non professionista di Bellissima di Visconti, Gastone Renzelli.
Il film è costruito come un male weepie ‘orizzontale’, per scene minime e quotidiane. Aldo vaga tra i nuovi quartieri di Roma, spesso tenendo il figlio per mano come in Ladri di biciclette (le location sono nei quartieri popolari di Ostiense e Centocelle), cercando di riappropriarsi di uno spazio che, mentre lui era lontano, è cambiato vertiginosamente. Il risultato finale è un romanzo di formazione non del bambino bensì dell’adulto, che impara a deporre la propria identità di maschio-proletario-aspirante-borghese a confronto con un figlio attratto da un sottoproletariato estraneo all’etica del lavoro e da un modello di paternità ‘femminile’. Alle soglie del miracolo economico, quello che Comencini propone è un ingresso nel benessere che non sacrifichi il calore del popolo e del bambino.
Cast and Credits
Sog., Scen.: Suso Cecchi d’Amico, Luigi Comencini, con la collaborazione di Luciano Martino. F.: Armando Nannuzzi. M.: Nino Baragli. Scgf.: Pek G. Avolio. Mus.: Alessandro Cicognini. Int.: Giulia Rubini (Ada), Gastone Renzelli (Aldo), Giancarlo Damiani (Mario), Pierre Trabaud (Righetto), Calina Classy (Aida), Giselda Mancinotti (Antonietta), Luigi Russo (Spartaco), Remo Galli (Niccodemo). Prod.: Antonio Cervi per Noria Film. DCP. D.: 90’. Bn.
BAMBINI IN CITTÀ
Scheda Film
Bambini in città è il primo film ufficiale di Comencini, che in precedenza aveva girato solo un cortometraggio amatoriale in 16mm, La donzelletta, andato perduto durante la guerra. In apparenza il documentario è un tempestivo concentrato di neorealismo: bambini tra le macerie, come nei film di De Sica e Rossellini. Ma Sciuscià e Paisà sono degli stessi mesi, Ladri di biciclette e Germania anno zero sono di là da venire.
La voce narrante ha curiosamente un tono privo di retorica e lo sguardo, nell’inizio o nel finale, è quello dell’architetto e dell’urbanista. Gli spazi delle macerie sono anche spazi di libertà. Tra fiere, teatrini, luna park, prati e spianate i Lucignoli e i Pinocchi del dopoguerra guidano alla scoperta di un mondo tra città e campagna che il regista non abbandonerà mai.
Cast and Credits
F.: Plinio Novelli. Int.: Mario Amerio (voce narrante). Prod.: Gigi Martello per S.A. Cortimetraggi. 35mm. D.: 14’. Bn.
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