Il film sovrappone molteplici ambiti tematici e formati di presentazione: storie inventate e fatti storici; percorsi di vita individuali e riflessioni sociopolitiche; momenti della storia americana e suoi detriti pop – oltre a domande penetranti sulla democrazia. Henry Fonda è il pilota di questa impresa. La sua vita e quella dei suoi antenati, l’uomo e il personaggio che emerge dal suo lavoro, i luoghi e i tempi in cui l’uomo e il personaggio furono attivi: tutti questi fili si condensano in una visione dell’America e ci hanno condotto nei luoghi in cui abbiamo girato, nel 2019 e nel 2021. La loro forma concreta e il loro slancio hanno portato a ulteriori indagini; nuove strade secondarie, nuovi personaggi di contorno, nuove connessioni e speculazioni. Grazie alla sua storia familiare, ai suoi conflitti personali, alle sue debolezze e alle sue convinzioni, ai suoi film e al suo talento speciale di attore, Fonda fa anche un po’ da obiettivo cinematografico, cogliendo le dimensioni più varie della storia e della vita in America attraverso diverse lunghezze focali. Ci mostra così semplici contorni o dettagli molto precisi. E grazie alla sua voce, che giunge fino a noi grazie alla lunga intervista concessa a Lawrence Grobel nell’estate del 1981, Fonda è il secondo ‘narratore’ del film.
In realtà era un uomo taciturno. Non si considerava un artista e non amava parlare di sé. Ma riuscì a dare testimonianza, anche se lui non la percepiva come tale. All’inizio del mio film cito Hannah Arendt, prendendomi la libertà di interpretare le sue parole come una descrizione di Henry Fonda: “Il soggetto offre al pubblico un’opera oggettiva. Il soggettivo – cioè il processo creativo che ha preso forma nell’opera – non riguarda in alcun modo il pubblico. Se questo lavoro non è soltanto accademico, ma anche il risultato di una vita agita e patita, allora appaiono assieme all’opera un’azione viva e una voce, il cui portatore è la persona stessa. Ciò che si mostra è ignoto a colui che lo rivela: egli non ha alcun controllo su di esso”.

Alexander Horwath