Mer
25/06
Cinema Europa > 22:15
CAFÉ FLESH
Daniel Bird (Friends of Walerian Borowczyk)
Info sullaProiezione
Sottotitoli
Versione originale con sottotitoli
Modalità di ingresso
CAFÉ FLESH
Scheda Film
Benvenuti a Café Flesh, regno di Dada xxx, un luogo in cui i geneticamente difformi hanno diritto a un’identità di genere, in base a un decreto di United Mutations. Questo è un film sui freak, fatto da freak, per freak. Prendendo Cabaret (1972) come modello, Café Flesh riconfigura il musical MGM in una serie di numeri parodici e pornografici, sostituendo la Germania di Weimar con un incubo post-apocalittico dell’era Reagan. Il film mette in evidenza i meccanismi della produzione pornografica e soprattutto del suo consumo, sottolineando i rapporti di potere tra capitalista, lavoratore e consumatore. Che si tratti di prostituzione o di terapia, la regola è sempre la stessa: fare in modo che il cliente non ne abbia mai abbastanza. Facendo tesoro della lezione di Brecht e Keaton, il regista Sayadian (alias Rinse Dream) prende ciò che dovrebbe essere eccitante e lo serve freddo. Café Flesh arrivò nei cinema nel 1982: era il crepuscolo della Guerra fredda, quando la situazione si stava surriscaldando, poco prima di Gorbacev, la perestrojka e tutto il resto. Sayadian, come Bob Fosse, è nato e cresciuto a Chicago. Il titolo richiama i macelli della città e l’industria della carne descritta dallo scrittore socialista Upton Sinclair nel terrificante romanzo di denuncia La giungla (1905). Sayadian cita anche Spettacolo di varietà (1953), con Cyd Charisse, e Amore provinciale (anch’esso del 1953) con Ann Miller. In netto anticipo rispetto al postmodernismo. L’immaginario di Sayadian, sia visivo che verbale, ha un taglio duro e nichilista, frutto di un gioco associativo libero e sfrenato di segni e significanti. Le leggi sulla prostituzione di Los Angeles consentivano di perseguire penalmente i registi di film pornografici: da qui l’uso di pseudonimi per la maggior parte dei membri del cast e della troupe (ma non per tutti). La prossimità dello studio di Sayadian sia al club di Los Angeles The Masque, sia a una clinica del metadone, conferisce a Café Flesh un’estetica a metà tra il punk e l’‘heroin chic’. Il film tradisce i trascorsi fotografici del regista (Sayadian iniziò come direttore creativo di “Hustler”) ma anche il suo amore per l’età dell’oro di Hollywood, tra noir e musical MGM. Illuminate da una lampadina da frigorifero rotta e sbattute come cotolette impanate, le pornostar iper-digitalizzate di oggi scontano l’effetto disumanizzante del LED che le fa sembrare carne di pollo avariata. Che si tratti di Eluard o di Ballard, Café Flesh evoca un orizzonte perduto in cui il cinema a luci rosse sembrava offrire possibilità infinite – da Southern a Bresson – prima di essere schiacciato dalla brutale banalità di papponi con la videocamera.
Daniel Bird
Cast and Credits
Scen.: Rinse Dream, Herbert W. Day [Jerry Stahl]. F.: F.X. Pope [Francis Delia]. M.: Sidney Katz. Scgf.: Paul Berthell. Mus.: Mitchell Froom. Int.: Andrew Nichols [Andy Nichols] (Max Melodramatic), Paul McGibboney (Nick), Pia Snow [Michelle Bauer] (Lana), Marie Sharp (Angel), Darcy Nichols [Tantala Ray] (Mom), Kevin Jay [Kevin James] (Johnny Rico), Dondi Bastone (Spike). Prod.: F.X. Pope, Rinse Dream per VCA Pictures DCP. D.: 75’. Col
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