Ven
03/07
Cinema Arlecchino > 14:30
APUR SANSAR
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APUR SANSAR
Scheda Film
In Ray, la volontà di collocare l’uomo nel suo ambiente fisico fa sì che lo spettatore trovi più poetico un film come Pather Panchali in cui la natura è protagonista essenziale. Apur Sansar non potrebbe possedere una simile semplicità. Ray vi descrive con maggior rigore i rapporti umani, interrogandosi sul difficile tentativo di accordarsi con un mondo ‘altro’ già raggiunto dalla modernità. Il suo personaggio, in cerca di lavoro e alloggio, sperimenta il difficile passaggio alla maturità.
Ray non manca di mostrare la persistenza in India di un’arte dello spettacolo senza rapporto con la vita, dal teatro popolare in Pather Panchali al cinema in Apur Sansar, patetiche rappresentazioni ridotte a caricatura di un mondo affascinante.
Perché l’arte di Ray sta proprio nella ricerca di una verità poetica. L’amore non si esprime attraverso i raffinati intrecci dei dialoghi o l’elaborata costruzione di un racconto, ma nel movimento di un capo reclinato, di una donna che si pettina, in uno scambio di sguardi o di risa. Senza tuttavia che vi sia nulla di neorealista in una storia che condensa in sé una fortissima carica simbolica. Ray sa riassumere in trenta brevi inquadrature l’intera attività di una giornata così come sa restituire il peso di un’attesa tramite la lentezza sapientemente calibrata dei movimenti di macchina. Non credo che sogni di filmare novanta minuti della vita di un uomo medio. I suoi paesaggi – la superficie dell’acqua increspata dal volo degli uccelli, lo stormire delle foglie al vento, il ronzio dei fili elettrici – incontrano la vibrazione dei pali di ferro di L’eclisse e tutto il suo finale, e sono visti da uno sguardo ugualmente contemplativo. La calura madida dell’India, i suoi cieli pesanti e gravidi di temporali sono la cornice opprimente del film, splendidamente restituita dalla fotografia di Subatra Mitra.
Michel Ciment, Le Monde de Satyajit Ray, “Positif”, n. 59, marzo 1964
Cast and Credits
Sog.: tratto dal romanzo Aparajito di Bibhutibhusan Banerjee. Scen.: Satyajit Ray. F.: Subrata Mitra. M.: Dulal Dutta. Scgf.: Bansi Chandragupta. Mus.: Ravi Shankar. Int.: Soumitra Chatterjee (Apu), Sharmila Tagore (Aparna), Alok Chakraborty (Kajal, il figlio di Apu), Swapan Mukherjee (Pulu), Dhiresh Majumdar (Sasinarayan), Sefalika Devi (la moglie di Sasinarayan), Tusar Banerjee (lo sposo), Abhijit Chatterjee (Murari). Prod.: Satyajit Ray Productions · DCP. Bn.
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