Ven

30/06

Cinema Lumière - Sala Scorsese > 10:45

ALOÏSE

Liliane de Kermadec
Introducono

Émilie Cauquy e Hervé Pichard (La Cinémathèque française)

Info sulla
Proiezione

Venerdì 30/06/2023
10:45

Sottotitoli

Versione originale con sottotitoli

Modalità di ingresso

Tariffe del Festival

ALOÏSE

Scheda Film

La Cinémathèque française è particolarmente legata all’opera di Liliane de Kermadec, regista libera e impegnata, che poco prima della scomparsa nel 2020 aveva deciso di affidare tutti i suoi archivi all’istituzione.  Attrice e successivamente fotografa di scena all’inizio degli anni Sessanta, ad esempio per Cleo dalle 5 alle 7 di Varda e Muriel di Resnais, passa alla regia incoraggiata dalla sua cerchia artistica (Varda, Demy, Resnais, Marker) che ne orienta la sensibilità creativa.
Aloïse, scritto con André Téchiné e girato nel 1974, è sicuramente il suo film più noto e sottolinea l’attrazione della regista per le figure artistiche insolite e fragili. Filmando due attrici emblematiche, Isabelle Huppert (in uno dei suoi primi ruoli) e Delphine Seyrig (già impegnata, tra l’altro, nel movimento femminista), Liliane de Kermadec racconta, con queste due voci quasi mute, la  vita  tormentata di Aloïse Corbaz, artista svizzera che fu una figura chiave dell’Art brut.  Nel 1918, poco dopo la Prima guerra mondiale, fu ricoverata per problemi psichici e rimase internata in un ospedale psichiatrico fino alla morte nel 1964. Un primo capitolo del film è dedicato alla giovinezza di Aloïse, piena di vita e di domande in un ambiente colorato e luminoso. La regista si sofferma poi sugli anni trascorsi nel mondo chiuso e triste del manicomio. Gli ambienti, come i vestiti dei pazienti, sono monocromi e scuri, e si riconosce il lavoro curato e armonioso del direttore della fotografia Jean Penzer che offre una mirabile uniformità di tono. Il clima visivo traduce così i pensieri insondabili e confusi di Aloïse. Alcuni frammenti di conversazioni tra i medici lasciano intendere che i pazienti avrebbero potuto vivere diversamente con un approccio più moderno. Il tono è corretto e la narrazione irriverente. Lo spettatore rimane quindi sospeso e accetta il ritmo lento e coinvolgente. Alla fine, Aloïse si metterà a scrivere e a dipingere, ritrovando i colori della vita e le carte colorate della sua infanzia.

Hervé Pichard

Cast and Credits

Scen.: Liliane de Kermadec, André Téchiné. F.: Jean Penzer. M.: Claudine Merlin. Int.: Delphine Seyrig (Aloïse da adulta), Isabelle Huppert (Aloïse da giovane), Michael Lonsdale (il direttore dell’ospedale psichiatrico), Marc Heyraud (il padre di Aloïse), Jacques Weber (l’ingegnere), Julien Guiomar (il direttore del teatro), Roger Blin (l’insegnante di canto), Monique Lejeune (Elise da adulta), Valérie Schoeller (Elise da giovane). Prod.: Alain Dahan per Unité Trois. DCP. Col