Ven

01/07

Cinema Lumière - Sala Officinema/Mastroianni > 14:30

A WOMAN OF THE WORLD

Introduce

Andreas Kalas (Paramount)

Accompagnamento al piano di

Donald Sosin

Info sulla
Proiezione

Venerdì 01/07/2016
14:30

Sottotitoli

Versione originale con traduzione simultanea in cuffia

Modalità di ingresso

Tariffe del Festival

A WOMAN OF THE WORLD

Scheda Film

Nel 1926, la rivista “Photoplay” pubblicò un articolo intitolato How Pola Was Tamed (“Come Pola fu domata”): “Per tre anni si è tentato in tutti i modi di domare quella tigre affascinante”, scriveva Ivan St Johns, “e ora è accaduta la cosa più divertente del mondo. Quanto a senso dell’umorismo, Pola ha superato se stessa”. All’epoca il genere comico non era molto rispettato. La critica esaltava il genio di Chaplin, ma per William Randolph Hearst i comici erano l’ultima ruota del carro. Si riteneva dunque che Pola Negri si stesse umiliando girando un film come questo. Negri, nata in Polonia, era diventata una diva in Germania sotto la direzione di Ernst Lubitsch. Lei e Lubitsch furono i primi grandi a essere tentati da Hollywood.
Scrisse Mordaunt Hall nel “New York Times”: “Vedere la talentuosa Pola Negri mettere il suo fascino al servizio di un film imbrattato di greve commedia è un po’ scioccante. Eppure è quel che succede nel suo ultimo A Woman of the World, che risulta in gran parte francamente divertente, malgrado i repentini salti tra pagliacciata e dramma”. “Photoplay” non arrivò a inserirlo tra i sei migliori film del mese, ma fu ben più entusiasta. “Svegliatevi dalla lunga siesta, ammiratori della Negri! L’affascinante, continentale Pola è di nuovo tra noi, nei panni di una pericolosa, cinica, tempestosa contessa italiana che reca un tatuaggio in ricordo di un’avventura amorosa. Al regista Mal St. Clair va riconosciuta la moderazione riservata a scene e personaggi della vita di provincia che potevano incoraggiare all’esagerazione”. Molti critici furono però sconcertati dal fatto che il romanzo di Carl Van Vechten risultasse completamente snaturato.
Mal St Clair – ventottenne all’epoca del film – era uno dei giovani e brillanti registi che erano rimasti profondamente colpiti da La donna di Parigi di Chaplin e dalle commedie di Lubitsch influenzate da Chaplin. Ma si era formato con il grande Mack Sennett, e non uscì mai completamente dalla sua ombra. Aveva fatto il vignettista per un quotidiano, e continuò a disegnare anche sulle sceneggiature. Scrisse Louise Brooks: “Credo sia un film essenziale nel definire il particolare tipo di commedia di Mal: un misto tra commedia d’alta società e slapstick. La gente viene educata a ridere. Nel 1925 i film di Sennett non ripagavano più le spese e i gestori non potevano più permettersi di proiettarli. Le mode si succedevano così rapidamente che all’uscita di Gentlemen Prefer Blondes, nel 1928, l’armamentario comico di Mal era ormai superato, grottesco. Il fiasco di quel film pose fine alla buona considerazione di cui Mal godeva a Hollywood e alla sua fiducia in se stesso”.

Kevin Brownlow

Cast and Credits

Sog.: dal romanzo The Tattooed Countess di Carl Van Vechten. Scen.: Pierre Collings. F.: Bert Glennon. Int.: Pola Negri (contessa Elnora Natatorini), Charles Emmett Mack (Gareth Johns), Holmes Herbert (Richard Granger), Blanche Mehaffey (Lennie Porter), Chester Conklin (Sam Poore), Lucille Ward (Lou Poore), Guy Oliver (giudice Porter), Dot Farley (Mrs Baerbauer), May Foster (Mrs Fox), Dorothea Wolbert (Annie). Prod.: Adolph Zukor, Jesse L. Lasky per Famous Players-Lasky Corp. DCP. Bn.