Leone, Morricone: dai banchi di scuola ai set degli spaghetti western

Per un pugno di dollari segna l’inizio di uno dei più celebri sodalizi della storia del cinema: quello tra il regista Sergio Leone ed il compositore Ennio Morricone. Quando i due s’incontrarono per la prima volta, Leone conosceva il lavoro svolto dal Maestro per due film western usciti da poco, l’uno spagnolo, l’altro italiano.

A casa di Morricone, Leone gli presentò il film, già girato e montato, intitolato però ancora Il magnifico straniero. Fu in occasione di quel primo incontro che i due si riconobbero ricordando di essere stati compagni di scuola alle elementari.
Il lavoro sulla colonna sonora cominciò con la visione del film La sfida del samurai, lo spirito del protagonista era infatti molto vicino a quello del personaggio interpretato da Clint Eastwood.
A Morricone piacque particolarmente la figura di questo antieroe senza nome che ricordava, per certi versi, quello del bullo trasteverino.

Leone aveva tuttavia già un’idea sulla musica che avrebbe dovuto far parte del film, voleva infatti che Morricone componesse qualcosa di molto simile al Deguello di Dimitri Tiomkin, una richiesta assolutamente intollerabile per il Maestro:

“Quando siamo giunti alla scena finale con la tromba, si era rifatto al deguello messicano [di Dimitri Tiomkin] del film Un dollaro d’onore. Io gli ho detto: «Sergio se metti nel film quel deguello io non lo faccio, perché non mi interessa affatto questo tipo di lavoro». Ho sempre rifiutato compromessi del genere. Così lui ha detto: «Ok componilo tu ma fai in modo che suoni come un deguello». Non l’ho digerita neanche quella, così ho tirato fuori un vecchio tema che avevo composto per un amico, una ninna nanna. […] La scelta di questo brano mi sollevava dallo stress di dover comporre un’imitazione di quel Deguello”.

La tromba di Michele Lacerenza, cui venne affidata l’esecuzione del brano, rese la ninna nanna una sorta di lamento, molto vicino alle atmosfere del deguello che Leone chiedeva. Solo in seguito Morricone svelò il trucco a Leone, il quale, nei film successivi, volle sempre ricorrere a pezzi preesistenti, ma scartati o accantonati, composti dal Maestro.

Assolutamente innovativa per l’epoca, la colonna musicale di Per un pugno di dollari era fatta di suoni e rumori in costante dialogo con le immagini. Leone farà di questa attenzione maniacale al sound design una vera e propria cifra stilistica del suo cinema. Indimenticabile resta il fischio di Alessandro Alessandroni, che racconta:

“Ho scoperto che il mio fischio era ottimo al microfono, perché il microfono non ama il respiro e io ho un respiro breve. […] Usavamo strumenti inusuali per un western. Un flauto di legno, una frusta, campane. La maranzana siciliana: Dang. L’uso degli strumenti era diverso dall’approccio tradizionale e dava origine a una specie di folk italiano”.

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